Nuove informazioni dal cimitero degli animali di Berenice

La dott.ssa Osypinska e i suoi colleghi dell’Accademia Polacca delle Scienze hanno pubblicato, sulla rivista World Archeology, un nuovo studio sulla necropoli di Berenice. I circa 600 animali ritrovati concorrono a sottolineare, ancora una volta, il grande rispetto che gli Egizi nutrivano per loro.

Modalità di posizionamento del corpo di un cane, un gatto e una scimmia a Berenice.
Fonte: Marta Osypinska , Michał Skibniewski & Piotr Osypinski (2021): ANCIENT PETS. The health, diet and diversity of cats, dogs and monkeys from the Red Sea port of Berenice (Egypt) in the 1st-2nd centuries AD, World Archaeology

Nell’antico Egitto il culto dei gatti assunse un’importanza tale che sorsero in tutto il Regno una serie di necropoli a loro dedicate.

Il Bubasteion a Saqqara, in cui oltre a mummie di gatti, recentemente sono stati trovati anche dei leoni, è sicuramente il più conosciuto.

Eppure, negli ultimi anni alcuni scavi archeologici, nei pressi della leggendaria città di Berenice, hanno portato alla luce un particolare cimitero per animali risalente al I e II secolo d.C.

La scoperta del cimitero a Berenice nel 2011

La zooarcheologa Marta Osypinska e i suoi colleghi dell’Accademia Polacca delle Scienze lo hanno ritrovato nel 2011, sepolto sotto una discarica romana.

Nel 2016, sulla rivista Antiquity, sono stati pubblicati i risultati relativi ai primi cento scheletri esaminati.

Tuttavia, all’epoca, la natura del sito non era certa.

Anche la dott.ssa Salima Ikram, la massima esperta di animali dell’antico Egitto, sostenne che avrebbe anche potuto essere una discarica di ossa animali.

La recente scoperta di 585 animali fra gatti, cani e scimmie, pubblicata lo scorso 25 gennaio sulla rivista World Archeology, lascia invece spazio a pochi dubbi.

Le nuove analisi sui resti di 600 animali

Con l’aiuto di un veterinario i resti sono stati analizzati per determinare la salute, l’alimentazione e la causa della morte.

Nonostante il team non abbia trovato prove di mummificazione, tuttavia gli animali sembrano essere stati deposti delicatamente in fosse preparate appositamente per loro.

Non solo, ma diversi animali erano coperti con tessuti o pezzi di ceramica a formare qualcosa di simile ad un sarcofago.

Più del 90% delle ossa ritrovate appartenevano a dei gatti, molti dei quali indossavano collari di ferro o collane infilate con vetro e conchiglie.

Collari e perline trovati accanto ai gatti, così come i corredi di sepoltura di una scimmia.
Fonte: Marta Osypinska , Michał Skibniewski & Piotr Osypinski (2021): ANCIENT PETS. The health, diet and diversity of cats, dogs and monkeys from the Red Sea port of Berenice (Egypt) in the 1st-2nd centuries AD, World Archaeology

Gli studi effettuati hanno rivelato che molti dei felini ritrovati sono morti giovani a causa di fratture (forse causate da un calcio di un cavallo, numerosi nell’allora trafficato porto di Berenice) o a seguito di malattie infettive.

Il 5% delle sepolture apparteneva a cani che, invece, risultano essere vissuti fino alla vecchiaia, nonostante alcuni fossero quasi senza denti o soffrissero di malattie gengivali, articolazioni usurate o ferite rimarginate.

Quest’ultimo ritrovamento sembra dimostrare che, poiché non potevano badare a sé stessi, evidentemente gli abitanti di Berenice si occupavano di loro, a volte nutrendoli anche con cibi speciali.

Gli abitanti di Berenice e i loro animali: le ipotesi

Ciò permette agli studiosi di ipotizzare che il rapporto che gli Egizi dell’epoca avevano con gli animali era sorprendentemente vicino a quello odierno, preoccupandosi di curare le loro ferite e di seppellirli nel modo più delicato possibile.

Il pesce rimasto nello stomaco di un gatto (a sinistra) e di un cane (a destra) di Berenice.
Fonte: Marta Osypinska , Michał Skibniewski & Piotr Osypinski (2021): ANCIENT PETS. The health, diet and diversity of cats, dogs and monkeys from the Red Sea port of Berenice (Egypt) in the 1st-2nd centuries AD, World Archaeology

L’archeologo Wim Van Neer, studioso del rapporto fra uomini e animali nel mondo antico per il Royal Belgian Institute of Natural Sciences, ridimensiona però i risultati riportando il tutto a fini più pratici e meno sentimentali.

Secondo lo studioso, infatti, un porto marittimo come quello di Berenice avrebbe brulicato di topi, rendendo i gatti un prezioso aiuto. Anche i cani, sebbene alcuni fossero di piccola taglia, quelli più grandi avrebbero potuto sorvegliare le case e consumare rifiuti.

Nonostante la dott.ssa Osypinska e i suoi colleghi non neghino questo particolare aspetto, i risultati da loro ottenuti sembrano gettare una luce interessante sul rapporto che gli abitanti di Berenice avevano con i loro animali, apparentemente considerati quasi “da compagnia”.

Sottolineando ancora una volta, ammesso che ce ne fosse bisogno, quanto rispetto e considerazione gli antichi Egizi attribuissero a gatti, cani o scimmie, con cui condividevano le loro vite.


Per l’articolo originale (quello del 2021, ma anche quello del 2016), andate alla Raccolta Bibliografica alla sezione “Bastet – Elogio del Gatto” aggiornata per l’occasione.

Fonti

  • Marta Osypinska , Michał Skibniewski & Piotr Osypinski (2021): ANCIENT PETS. The health, diet and diversity of cats, dogs and monkeys from the Red Sea port of Berenice (Egypt) in the 1st-2nd centuries AD, World Archaeology

Elena Cappannella

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