I segreti del Sacro Babbuino

Il babbuino (Papio hamadryas) era un motivo ricorrente nell’arte e nella religione dell’antico Egitto, dalle statuette predinastiche alle successive tradizioni mortuarie, inclusi dipinti murali, rilievi, amuleti e statue. Una tradizione che supera i 3000 anni.

Scultura in quarzite di un babbuino P. hamadryas seduto (1400 a.C. circa), raffigurante il dio Thoth. British Museum. (Photo: CC by SA 3.0 / Steven G. Johnson). Fonte: ancient-origins.net

La Valle delle Scimmie

Le ampie distese desertiche dei wadi, poste immediatamente a sud della principale necropoli di Tebe, sono poco note. Eccezion fatta per Wadi Qubbanet el-Qirud o “Valle delle scimmie“. È un luogo desolato e arido, composto da innumerevoli vallate minori e dirupi, dove regna incontrastato il silenzio.

Qui, nei primi anni del XIX secolo, è stata scoperta una necropoli di scimmie, forse dedicate al dio Thot. Nel Periodo Tolemaico e nell’Età Romana l’area di Qubbanet el-Qirud diventò il luogo di riposo eterno per le sepolture di moltissimi babbuini sacri.

Wadi Qubbanet el-Qirud o “Valle delle scimmie”.
Fonte: voanews.com

Nella religione dell’antico Egitto, i babbuini e le scimmie hanno avuto un ruolo significativo e misterioso. Ciò potrebbe risultare strano o insolito, considerando che, di certo, non ci sono animali simili nativi in Egitto, né ce ne sono mai stati nell’antichità. I resti di babbuini che sono stati ritrovati potrebbero quindi essere interpretati come prove di commercio estero.

Ecco perché gli antichi Egizi già dal IV millennio a.C. avevano familiarità con questi animali, inclusi gli imponenti e pericolosi babbuini. Da tempi molto antichi questi primati hanno iniziato ad occupare un posto preminente nell’antica religione egizia come una delle forme animali più importanti in cui gli dèi potevano essere trasformati.

Anche la parola stessa “babbuino” potrebbe derivare dall’antica lingua egizia, forse da una radice linguistica che ne caratterizzava le attività sessuali.

I babbuini in Egitto

Anche nel Nuovo Regno le scimmie vennero importate in Egitto, solitamente dalla Nubia o dalla terra di Punt.

Risalenti al periodo tardo, sono stati sepolti nelle necropoli vari animali, tra cui l’Amadriade o il babbuino sacro (Papio hamadryas), i babbuini (Papio cynocephalus anubis), il cercopiteco verde (Cercopithecus aethiops), le scimmie rosse (Cercopithecus pata) e la bertuccia (Macaca sylvanus).

Probabilmente erano mantenuti come animali domestici, in colonie, presso i templi. All’interno di questi edifici sacri erano, perciò, allevati. L’allevamento, però, ebbe successo solo parzialmente dato che richiedevano molta cura.

Le indagini sulle necropoli animali di Saqqara e, in particolare, di Tuna el-Gebel hanno rivelato che la loro aspettativa di vita non era molto lunga. Dei circa duecento esemplari esaminati, quasi nessuno è vissuto dal sesto al decimo anno. Le condizioni di vita in cui erano mantenuti portavano alla denutrizione e la mancanza di libertà di movimento e di luce solare determinarono ben presto varie forme di rachitismo, di malattie degenerative delle ossa e, probabilmente, la tubercolosi.

La misteriosità della scimmia nell’arte egizia deriva da una fortissima antropomorfizzazione.

Già nell’Antico Regno troviamo scene raffiguranti scimmie impegnate in varie attività umane, molte delle quali discutibili, mentre alcune davvero inverosimili. Varie scene raffigurano queste creature mentre eseguono danze e suonano musica, partecipano alla raccolta dei fichi o si arrampicano sulle palme e lanciano a terra i frutti. Appaiono irrealisticamente mentre armeggiano con barche marittime e nelle scene relative alla loro costruzione.

Durante il Nuovo Regno, su ostraka e papiri, sono particolarmente comuni raffigurazioni di scimmie ritratte in varie pose umane giocose.

Tuttavia, studiosi come Deiter Kessler ritengono che non esistessero scimmie addestrate nell’antico Egitto e che la maggior parte di queste scene abbiano una sorta di funzione “religioso-teologica”, sebbene in particolare sugli ostraka del Nuovo Regno, potrebbe esserci stato anche un elemento di umorismo.

Iconografia egizia di P. hamadryas (a) Statuetta con inciso il nome del re Narmer (I dinastia, ca. 3150–3100 a.C.) (b) Testa d’ascia in bronzo, Medio Regno (XII o XIII dinastia, ca. 1981–1640 a.C.) (c) Rilievi nel tempio funerario della regina Hatshepsut (Deir el-Bahari). Un babbuino all’interno di una nave. È uno dei cinque importati da Punt (Nuovo Regno, XVIII dinastia, ca. 1473–1458 a.C.) (d) Pittura murale nella tomba di Rekhmire (TT 100), visir di Tuthmose III e Amenhotep .) (e) Grande statua da 35 tonnellate a Hermopolis; eretto da Amenhotep III (Nuovo Regno, XVIII dinastia, ca. 1370 a.C.) (f) Fregio di babbuini sulla facciata rivolta a est del tempio scavato nella roccia di Abu Simbel (g) (Nuovo Regno, XVIII dinastia, ca. 1265 a.C.). Le braccia alzate sono interpretate come una postura di adorazione verso il sole nascente. (h) Pettorale di Tutankhamon (i) Statuetta in faience e rappresentazione di Thoth (periodo tolemaico, 332–30 a.C.). Fonte: Mummified baboons reveal the far reach of early Egyptian mariners

La divinizzazione dei babbuini

Probabilmente, non comprendiamo completamente il significato delle scimmie e dei babbuini nel simbolismo religioso egizio, ma non c’è dubbio che fossero animali rituali fin dai primi periodi della storia egizia.

Il fatto che i babbuini mostrassero caratteristiche umane potrebbe aver contribuito alla precoce identificazione del sovrano defunto con l’animale. È anche possibile che i babbuini mummificati fossero usati per rappresentare gli antenati reali defunti dei capi predinastici.

Durante la cerimonia per rinnovare il mondo fisico e la persona del sovrano, i singoli antenati venivano ritualmente divinizzati sotto forma di babbuini e ricevevano offerte cultuali. L’erezione di chioschi di legno contenenti gli antenati dei babbuini in occasione della festa Sed potrebbe essersi sviluppata da questa pratica precedente.

L’immagine di un babbuino, che rappresenta il re Narmer, eretta da un funzionario, suggerisce implicitamente la trasformazione del re in un babbuino, senza dubbio come parte di un percorso di ringiovanimento. Ci sono anche piccoli reperti della prima dinastia che mostrano il re o i sacerdoti che eseguono la cerimonia dell’apertura della bocca e la trasfigurazione davanti alle scimmie.

Scultura in quarzite di un babbuino P. hamadryas seduto (1400 a.C. circa), raffigurante il dio Thoth. British Museum. (Photo: CC by SA 3.0 / Steven G. Johnson). Fonte: ancient-origins.net

Il babbuino divenne anche un’ipostasi del dio sole Ra, così come del dio della luna Thot-Khonsu. Quando infatti gli antichi Egizi  osservarono il babbuino abbaiare al sorgere del sole diedero origine a un tema ricorrente nelle sculture, nei dipinti e nei rilievi. Quella di un babbuino che adorava il sole con le mani alzate.

Dio Babbuino della luna Thot in Faience (VII – VI secolo a.C.).
Fonte: collections.artsmia.org

Ben presto, il babbuino accovacciato divenne anche una forma, visibile e protettiva, di Thot, una delle divinità più importanti dell’Egitto associata alla conoscenza e agli scribi. Thot era anche una delle divinità associate alla luna e, l’identificazione del babbuino con lui, portò anche all’associazione del babbuino stesso con l’altra divinità lunare, Khonsu.

Nel Tempio di Khonsu a Tebe, le sue statue a forma di babbuino fronteggiavano l’intero complesso. Nel periodo tardo, sappiamo da una tomba di babbuino a Saqqara che il dio Thot-Khonsu divenne un importante dio oracolare notturno, al quale venivano presentate petizioni scritte per i sacerdoti. In questa forma, durante il periodo greco, era chiamato Metasythmis, che significa “orecchio che ode”.

Una scultura in steatite di un babbuino seduto che rappresenta il dio della saggezza, Thot (Nuovo Regno, Museo d’arte della contea di Los Angeles). Fonte: ancient-origins.net

Ma, oltre al loro ruolo positivo, c’era anche l’aspetto pericoloso del babbuino la cui forma poteva essere assunta anche da nemici degli dèi come Apophis e Seth. Inizialmente, i babbuini venivano sepolti in semplici bare di legno.  A partire dalla XXVI dinastia, oltre ad essere sepolti, questi animali venivano anche mummificati. All’inizio del periodo greco, sotto i suoi primi due sovrani, i babbuini venivano sepolti in stanze speciali dove erano collocati in costosi sarcofagi di pietra calcarea.

Durante questo periodo, a volte venivano sepolti in camere abbastanza grandi scavate nella roccia a Tuna el-Gebel. Lì, una stanza speciale ai piedi dei gradini d’ingresso conteneva le statue di Thot sotto forma di babbuino e quella di Ibis. Le camere scavate nella roccia erano rivestite con blocchi di pietra e decorate con scene rituali. Davanti alle aree di culto delle camere (spesso diverse) c’era una scala a quattro gradini con banchi per le offerte e lastre per le libagioni.

Dopo Tolomeo I e Tolomeo II ritornò la pratica di utilizzare le bare di legno.

Grande statua in quarzite di Thot sotto forma di babbuino eretta dal faraone Amenhotep III (Hermopolis). Fonte: ancient-origins.net

Mummificazione e conservazione

Molto di ciò che sappiamo dei babbuini e delle scimmie nell’antico Egitto deriva da queste sepolture. Sappiamo, ad esempio, che i babbuini avevano nomi individuali. Infatti, i babbuini dei templi del periodo tolemaico sepolti a Saqqara hanno le loro genealogie incise sulle loro bare, spesso insieme alle date di nascita e morte.

Ma non è sempre stato così.

La prima volta che appare il nome personale di un babbuino fu su un pezzo di lino della XXVI o XXVII dinastia. Durante il periodo tolemaico i nomi dei babbuini sono noti dalle false lastre di pietra delle nicchie delle loro bare, dalle scene rituali nelle camere di culto dei babbuini sacri e dai papiri che menzionano i luoghi di culto di specifici babbuini sacri nelle gallerie.

Esemplare di P. hamadryas recuperato da KV52, Valle dei Re, nel 1906 (b) Esemplari di due maschi P. hamadryas (c) JE38746 e (d) JE38744, recuperati da KV51 nel 1906 e depositati nel Museo delle Antichità del Cairo. Babbuini risalenti (e ed f) al periodo tolemaico. Scimmia mummificata (g) trovata con Maetkare (1070–945 a.C.), un’alta sacerdotessa della 21a dinastia.
Fonte: Mummified baboons reveal the far reach of early Egyptian mariners

Va, infine, notato che le scimmie sono utilizzate come elementi decorativi su oggetti tridimensionali, come articoli da toilette e giocattoli. Appaiono anche sugli scarabei e come statuette.

Dal Nuovo Regno in poi, le statue dei babbuini nei templi sono piuttosto comuni. Spesso sembrano accovacciati su una piattaforma rialzata,  accessibile tramite una rampa di scale.

Giganteschi babbuini di quarzite, appartenenti al regno di Amenhotep III, sono ritrovati nell’Hermopolis del Medio Egitto. Altre grandi statue di scimmie un tempo si trovavano negli ingressi dei cimiteri degli animali.

Per altre curiosità sul culto degli animali, andate alla Raccolta Bibliografica, nella sezione Animali sacri: culti e curiosità, scritta per l’occasione.

Altri culti di cui abbiamo parlato:

Fonti

Claudio Lombardelli

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