Sobek, il dio del Nilo

La vita nell’antico Egitto era fortemente influenzata dalla vigorosa inondazione del Nilo e dalla fertilità della terra che da essa derivava. Quindi, non sorprende trovare questi concetti manifestati nella religione egizia e, in particolar modo, sottoforma di divinità. Nello specifico era il dio coccodrillo Sobek a rappresentare questo aspetto. Nonostante gli inizi di Sobek come divinità locale, il culto si è evoluto fino a raggiungere, durante il Medio Regno, un’importanza senza precedenti. La sua storia durante questo periodo ha influenzato enormemente la politica dell’epoca, arrivando a ricoprire un ruolo centrale nel pantheon egizio.

Il rilievo illustra un faraone che fa un’offerta a Sobek dalla testa di coccodrillo e a Hathor (Foto: Cordon Press.).
Fonte: www.storicang.it

Le ultime news

All’inizio del 2023, un’équipe di ricercatori polacchi del Centro di archeologia mediterranea dell’Università di Varsavia che lavora nella necropoli di North Asasif (Tebe occidentale, vicino al tempio di Hatshepsut), ha scoperto 9 teste di coccodrillo depositate in due tombe d’élite.

Queste ultime non erano state mummificate, ha spiegato Patryk Chudzik dell’università di Varsavia, sebbene nei templi siano state più volte trovate mummie di coccodrilli.

Teschi di coccodrillo avvolti in stoffa trovati tra le rovine della necropoli tebana nella valle di North Asasif vicino a Luxor.
Fonte: tech.everyeye.it

Sembra plausibile che le teste possano essere state poste lì per assistere i defunti nell’aldilà e probabilmente hanno offerto la protezione di Sobek, antica divinità egizia raffigurata come un coccodrillo o un uomo con una testa di coccodrillo.

Il 18 Gennaio 2023 è stato, inoltre, pubblicato uno studio sulla rivista Plos One riguardante 10 mummie di coccodrillo, risalenti a più di 2.500 anni fa e ritrovate nella necropoli egizia di Qubbet-al-Hawa.

La camera funeraria di Khety dove furono collocati principalmente i resti del coccodrillo. (Image credit: M. Jawornicki/ PCMA UW).
Fonte: www.iflscience.com

Probabilmente gli esemplari vennero offerti in dono in un rituale a Sobek, durante il quale vennero mummificati seppellendoli semplicemente nel terreno caldo e sabbioso. Tale aspetto ha fatto suppore ai ricercatori che questi resti siano antecedenti al periodo tolemaico (332 – 30 a.C.), intorno al V secolo a.C., quando la mummificazione degli animali era più popolare in Egitto. I 10 esemplari di coccodrilli adulti mummificati trovati erano in buono stato di conservazione, cinque di esse erano in realtà solo teste e uno, lungo più di due metri, è stato rinvenuto quasi completo

Le origini del culto

Il fiume Nilo era la linfa vitale dell’antico Egitto. Era la principale via commerciale, forniva risorse come l’acqua per lavarsi e bere, il celebre papiro, il fango per fare mattoni e così via. Ogni anno il fiume allagava gli argini, rivitalizzando con il suo limo la terra e garantendo abbondanti raccolti. Ma il Nilo era anche pieno di coccodrilli, quindi soddisfare il dio Sobek, il dio coccodrillo appunto, significava che il fiume avrebbe continuato a benedire quella terra e la sua gente.

Siti di Fayum nel periodo tolemaico e romano (Athena Review Image Archive).
Fonte: www.athenapub.com

Il culto di Sobek fu probabilmente uno dei primi nell’antico Egitto. Apparve per la prima volta su un sigillo del regno di Narmer, il re della prima dinastia. Il sigillo mostra dei coccodrilli di fronte a un santuario dalla forma particolare che in seguito divenne il simbolo della città di Shedet (l’odierna Fayum). Nell’Antico Regno, Sobek era riconosciuto come uno degli dèi più significativi della religione egizia ed è stato spesso menzionato nei Testi delle Piramidi. Nonostante gli occasionali riferimenti letterari a Sobek, la sua importanza a quel tempo rimase concentrata attorno al suo centro di culto, Shedet che sarà anche conosciuta con il nome di Crocodilopolis.

L’evoluzione del culto

Dopo la fine dell’Antico Regno, Sobek apparve come un importante dio locale anche a Sumenu, una località nella provincia tebana. Il suo culto era presente fin dal periodo eracleopolitano quando le dinastie IX e X governavano l’Egitto.

Questo periodo terminò quando i re tebani della dinastia XI presero il controllo dell’Alto e del Basso Egitto, dando inizio a quello che è noto come Medio Regno. Il culto di Sobek a Sumenu divenne il secondo più importante dopo quello di Shedet, specialmente durante il regno di Amenemhat II.

Tempio di Kom Ombo – Rilievo; Horus e Sobek.
Fonte: global-geography.org

Durante il regno di Montuhotep II, il primo faraone del Medio Regno, Sobek fu fuso con il dio del sole, Ra. Queste fusioni di divinità locali con altre più importanti la cui venerazione era molto diffusa, non erano rare durante questi periodi. Il nome di Sobek-Ra apparve per la prima volta all’ingresso della tomba tebana del funzionario Daga. Anche i testi funerari usati principalmente durante il Medio Regno si rivolgono a Sobek come “colui che sorge a est e tramonta a ovest“.

Con questa fusione, Sobek non era più solo il dio dell’inondazione e della fertilità, ma il dio creatore grazie alla sua associazione con Ra. Sobek-Ra, nella sua forma di coccodrillo incoronato con il disco solare e l’uraeus, divenne il creatore che emerse dalle acque primordiali e formò il resto del mondo e gli altri dèi. Questo ruolo è stato spesso evocato nel ciclo degli “Inni per Sobek”, registrati durante il tardo Medio Regno.

Se la popolarità di Sobek abbia portato alla sua fusione con Ra o se la fusione sia stata una mossa politica dei sacerdoti di Sobek per ottenere il potere, rimane un mistero.

Il rilievo illustra un faraone che fa un’offerta a Sobek dalla testa di coccodrillo e a Hathor (Foto: Cordon Press.).
Fonte: www.storicang.it

A Shedet, la nuova capitale amministrativa della dinastia XII, il culto di Sobek vide un altro colpo di scena. Amenemhat II iniziò a evocare una prima forma unita di Sobek e Horus. Questo faraone fu il primo a vedere in questa fusione il perfetto sincretismo per ribadire la divinità del re. Ma fu Amenemhat III che portò la figura di “Sobek-Horus” al massimo significato. Sobek-Horus di Shedet venne associato a epiteti come “Signore della corona bianca”, “colui che risiede nel grande palazzo” e “signore del grande palazzo”.

L’associazione di Sobek con la regalità divina è illustrata nella scena del “Battesimo del faraone” di Amenemhat III nel suo tempio Madinet Madi a Fayum. Questa scena, la prima nel suo genere, raffigura Sobek e Anubi che ungono Amenemhat III.

La venerazione di Sobek

A Madinet Madi si trovano alcune delle testimonianze più importanti relative al culto di Sobek. Infatti, adiacente al tempio principale, è stato ritrovato un fabbricato riservato alla cova e all’allevamento dei coccodrilli.

Mummie di coccodrilli a Kom Ombo (Foto: Michael Birrell/B.C. Archaeology).
Fonte: blogspot.com

In esso era presente una vasca quadrata profonda 30 cm; e qui, in una buca tondeggiante, sono state rinvenute più di 30 uova contenenti feti di coccodrilli a vari stadi di sviluppo. Un’altra struttura con funzioni analoghe, la si può riscontrare in uno degli Annessi, dove sono state portate alla luce altre uova ed una vasca, più piccola della precedente. In queste vasche i piccoli Sobek avrebbero trascorso le loro giornate fino al momento in cui sarebbe stati sacrificati per venire mummificati ed essere venduti ai fedeli che facevano visita al tempio. Queste mummie votive venivano poi esportate nelle varie necropoli a loro destinate, le quali si sono rintracciate un po’ ovunque in tutta la provincia: a Tebtunis, Kom Ombo, Theadelphia, Hawara, Magdola, Kom al-Khamsin, el- Lahun e altri.

Le festività, dedicate a Sobek e ad altre forme di divinità coccodrillo, sono stati attestati in questi luoghi e in tutte le zone che aveva un tempio del dio. Queste feste venivano solitamente celebrate in giugno-luglio poco prima dell’arrivo dell’inondazione del Nilo, quando Sirio appariva. Sobek veniva elogiato come un benefattore, colui che di fatto concedeva l’inizio del diluvio. A un livello più profondo, queste feste erano collegate al concetto egizio di rinnovamento che costituisce la base per tutte le antiche feste, reali o religiose che fossero.

Tempio di Kom Ombo, situato sulla riva orientale del Nilo e dedicato alle divinità di Sobek e Haroeris.
Fonte: www.planetware.com

Nel tardo Medio Regno, il culto di Sobek si diffuse in 52 città in tutto l’Egitto. Anche i re della XIII dinastia preferirono includere il nome di Sobek nel proprio, come si vede con il comune nome reale di Sobekhotep.

Declino e ripresa

Il Secondo Periodo Intermedio vide il declino del culto di questa divinità. La sua venerazione in diverse città rimase, ma non era più uno degli dèi dello Stato. L’importanza di Sobek per la regalità divina riprese nel Nuovo Regno. I templi per lui e Horus furono costruiti all’interno dello stesso recinto a Kom Ombo. Amenhotep III sponsorizzò il culto di Sobek a Gebel el-Silsila, così come a Dahamsha, Armant, dove fondò un centro di allevamento di coccodrilli.

Statua di Amenofi III con il dio Sobek. Si tratta di un colosso che ritrae il faraone insieme al terribile dio-coccodrillo che protegge il sovrano.
Fonte: www.analisidellopera.it

Il tempio di Kom Ombo divenne il principale tempio dedicato a questa divinità, ma molti altri più piccoli si diffusero in tutto l’Egitto e ognuno di questi doveva ospitare il proprio coccodrillo.

In questi edifici sacri l’ipostasi vivente di Sobek veniva allevata ed accudita all’interno di stagni o grandi vasche; questa notizia ci è stata riportata anche da autori classici come Erodoto e Strabone.

Per altre curiosità sul culto degli animali, andate alla Raccolta Bibliografica, nella sezione Animali sacri: culti e curiosità, scritta per l’occasione.

Fonti

  • Mortimer, S.E. (2009) “The temple of Sobek, the crocodile god.” Pyramid Magazine, 21
  • Barney, Q. (2013) “Sobek: The Idolatrous God of Pharaoh Amenemhet III.” Journal of Book of Mormon Studies
  • scienceinpoland.pap
  • www.ancient-origins.net
  • arce.org

Claudio Lombardelli

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