La tomba di Wahty e le altre sepolture del Bubasteion di Saqqara

Nel dicembre del 2018 è stata annunciata la scoperta di una splendida tomba, perfettamente conservata, nella zona della necropoli degli animali sacri di Saqqara. Tuttavia, questa sepoltura, appartenente al sacerdote reale Wahty, non è l’unica ritrovata in quell’area; la missione egiziana ha, infatti, scavato altre sei tombe. Fra i detriti che ricoprivano il sito, inoltre, sono stati individuati interessanti reperti del Tardo Periodo.

Tomba di Wahty
Fonte: pagina Facebook MoA

Indice

Il 15 dicembre del 2018 il dr. Khaled El-Enany, Ministro delle Antichità, ha annunciato la scoperta, effettuata dalla missione archeologica egiziana, di una splendida tomba nella necropoli degli animali sacri nel sito archeologico di Saqqara. La sepoltura, appartenente a Wahty (WꜢḥ.t), sacerdote reale durante il regno del Re Neferirkare (Nfr-ỉr-kꜢ-r‛-V dinastia), risultava eccezionalmente ben conservata.

Nei mesi successivi, il team ha proseguito i lavori e alcuni risultati preliminari sono stati raccolti in una pubblicazione, uscita sulla rivista Pražské egyptologické studie (PES XXIII 2019).

Oltre alla tomba di Wahty, la più importante per la ricchezza artistica che contiene, state individuate altre tre tombe risalenti all’Antico Regno e tre, incomplete, databili al Nuovo Regno. Non solo, ma il lavoro riferisce anche i ritrovamenti avvenuti tra i detriti che ricoprivano, per ben sei metri, l’intera area esaminata.

Tomba di Wathy

Il dr Mostafa Waziri, Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità e Capo della missione di scavo, durante il suo annuncio spiegò che la facciata della tomba era stata raggiunta già a novembre; purtroppo, non era stato possibile entrarvi a causa dei detriti che la ostruivano. Solo in un secondo momento venne alla luce un architrave, che riportava una serie di geroglifici con la solita formula d’offerta e il nome con i titoli del defunto: sacerdote della purificazione reale (w‛b nzwt), ispettore del tempio di Neferirkare (sḥḏ ḥwt Nfr-ỉr-kꜢ-r‛) e supervisore della barca sacra (sḥḏ n ỉmywt nṯr wỉꜢ).

Architrave tomba di Wahty
Fonte: pagina Facebook MoA

L’ingresso conduce ad una sala rettangolare di circa 10 x 3 m ed alta 3 m. Le pareti della tomba risultano ancora perfettamente decorate con diverse iscrizioni colorate raffiguranti lo stesso Wahty con la madre Meretmin(Mrt-Mnw), con la moglie Weretptah (Wrt-ptḥ) e con i quattro figli: tre maschi ed un’unica figlia, Seket (Skt). Le pitture presenti descrivono le tipiche scene di vita quotidiana dell’antico Regno, come la caccia, la produzione di vino, spettacoli musicali, ecc.

Le pareti della tomba sono intervallate da diciotto nicchie, che contengono grandi statue colorate raffiguranti il defunto e la sua famiglia. Questa tipologia di decorazione ricorda molto la tomba di Irukaptah, detta anche la “tomba del macellaio”, situata sempre a Saqqara.

Tomba di Irukaptak
Fonte: pagina Facebook My Egypt Oliviero Piccinali

Nella sala rettangolare sono stati scavati cinque pozzi funerari, di cui tre sembrano incompleti, mentre uno potrebbe appartenere proprio a Wahty. Quest’ultimo, profondo circa 5 m, conduce ad una piccola camera funeraria al cui interno, fra i detriti, è stato trovato un sarcofago di legno in pessime condizioni, contenente uno scheletro; Wahty potrebbe essere stato ritrovato.

Le altre tombe dell’Antico Regno

Tomba di Khufuemhat
Falsa porta di Khufuemhat
Fonte: M. Waziri & M. M. Youssef, PES XXIII 2019

Questa tomba, risalente probabilmente alla VI dinastia, presenta rilievi e scene di vita quotidiana purtroppo in pessimo stato. Per fortuna, sulla falsa porta ritrovata sono ancora visibili il nome, Khufuemhat (Hwfw-m-ḥꜢt), ed i titoli del defunto, mai attestati prima: sorvegliante dei costruttori della Grande Casa (ỉmy-rꜢ ḳd (n) pr-‛Ꜣ) e architetto del Re (mḏḥ nzwt m prwy).

Di fronte alla tomba, sono stati scavati cinque pozzi, probabilmente appartenenti al defunto e alla sua famiglia; all’interno di uno di questi, all’incirca ad un metro di profondità, ritrovarono una paletta da scriba di legno e, sotto a questa (a circa 8 m!) una serie di gatti mummificati. In fondo al pozzo, una camera sepolcrale conteneva un sarcofago di calcare.

All’interno, gli archeologi hanno trovato la parte superiore di un poggiatesta di legno e un particolare strumento che, con molta probabilità, venne utilizzato durante il “Rituale dell’Apertura della Bocca”.

Tomba di Mefi e Sekhetsobek e la tomba anonima numero 5

Entrambe queste due tombe, databili alla VI dinastia, sono, come le altre, scavate nella roccia, ma incompiute.

All’interno della prima tomba, appartenente alle due donne, sono stati scavati sette pozzi sepolcrali, mentre nella seconda ne è stato trovato solo uno profondo circa 14 m. In fondo, nella camera funeraria, è stato rinvenuto un sarcofago di legno in pessime condizioni.

Le tre tombe del Nuovo Regno

Non essendoci iscrizioni, anche i proprietari delle tre tombe del Nuovo Regno scoperte al Bubasteion di Saqqara risultano, purtroppo, anonimi. Tuttavia, in base alle loro caratteristiche architetturali, sembra risalgano alla XVIII dinastia. Fra queste, una è davvero unica, in quanto costruita su tre differenti livelli: il primo con una grande sala rettangolare, al centro della quale si trova un pozzo funerario che conduce ad un’altra stanza, a sua volta con un pozzo, che porta ad una nuova sala. La sala rettangolare ha anche una nicchia con delle scale, che accedono ad una stanza con un pozzo che porta alla camera sepolcrale.

I reperti dell’area circostante

L’area esaminata era ricoperta per ben sei metri da un’enorme quantità di detriti, all’interno dei quali sono stati ritrovati interessanti manufatti del Tardo Periodo: palette scribali di legno, una delle quali aveva addirittura del materiale rosso e nero usato come inchiostro; vasi cosmetici con kohl; statue di gatto di bronzo e legno, in onore della dea Bastet, alcune delle quali colorate e ricoperte da una lamina d’oro.

Oltre a tutto ciò, hanno portato alla luce anche frammenti di papiro con formule dal “Libro dei Morti”.

Sicuramente però, tra i reperti più strani ci sono due scatole di calcare di piccole dimensioni, contenenti due grandi scarabei mummificati, ognuno avvolto in un panno di lino.

C’era anche un’altra cassa più grande, che conteneva al suo interno un’enorme quantità di scarabei mummificati, che sembrano poter risalire addirittura al Periodo Tolemaico.

In base a queste scoperte, possiamo quindi capire, come abbiano usato la zona della necropoli degli animali sacri di Saqqara in tempi successivi a partire dall’Antico Regno fino al Periodo Tolemaico, senza necessariamente danneggiare le precedenti strutture funerarie.

Ovviamente, i lavori in quest’area sono ancora in corso e quindi possiamo aspettarci altre affascinati sorprese.


Per leggere l’articolo originale vai alla nostra “Raccolta bibliografica” sezione I Tesori di Saqqara.

Fonti

  • M. Waziri & M. M. Youssef (2019), A report on the excavation of the Supreme Council of Antiquities in the sacred animal necropolis at the Bubasteion in Saqqara, PES XXIII

Elena Cappannella

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