L’alimentazione nell’antico Egitto: il sogno di ogni nutrizionista

Qual era l’alimentazione nell’antico Egitto? E perché si dice che l’antico popolo che abitava le sponde del Nilo è stato il precursore della moderna dieta mediterranea, consigliata oggi dai migliori nutrizionisti?

Articolo pubblicato nel 2019 sulla rubrica “Tesori sotto la sabbia” del sito online www.larotta.it

Beni alimentari nella sala di Kha e Merit al Museo Egizio di Torino.
Ph. Elena Cappannella

Domestici, musica e balli: i sontuosi banchetti dell’antico Egitto erano anche questo.

I servitori avevano il compito di preparare le migliori stoviglie in alabastro o faïence (vetrata e dai colori vivaci) ed anche quello di accogliere gli ospiti con fiori, coni di profumo ed ornamenti.

Gli invitati indossavano tuniche trasparenti e ricchi gioielli: collane, bracciali o diademi che potevano essere d’oro o decorati con pietre preziose come i lapislazzuli blu o la cornalina rossa.

Quando tutti erano seduti, i musicisti rallegravano il banchetto con flauti, oboe, arpe o tamburelli; la danza accompagnava la musica e, a volte, venivano chiamati anche gli acrobati.

Le Tombe – affreschi e reperti

Come spesso accade, molte delle nostre conoscenze derivano dagli affreschi che decorano le tombe.

Le abitudini alimentari degli Egizi sono l’esempio più emblematico.

Questo antico popolo, infatti, era convinto che la vita proseguisse anche dopo la morte e che l’anima, fra le altre cose, avesse bisogno anche di cibo e bevande che venivano non soltanto raffigurati sulle pareti o sulle “liste d’offerta”, ma erano addirittura presenti fisicamente, conservati in appositi contenitori.

Complice il clima secco dell’Egitto, molti di questi alimenti sono arrivati fino a noi e conservati nei musei.

Un esempio su tutti?

I reperti alimentari trovati nella tomba di Kha e Merit e conservati oggi al Museo Egizio di Torino.

Inoltre, come per molti altri aspetti della vita quotidiana, anche in questo caso le nostre informazioni sono parziali, conoscendo soprattutto ciò che riguarda le abitudini alimentari di personaggi di alto rango e meno quelle del popolo.

Il pane – il Granaio di Roma

Secondo alcune testimonianze sembra che gli Egizi fossero ottimi cuochi.

Il “Papiro Ebers”, per esempio, riporta l’utilizzo in cucina del burro, del grasso d’oca e la crema di latte. Gli oli vegetali si ottenevano dal sesamo, dal ricino e dai semi di lino, mentre l’olio d’oliva venne importato successivamente dai paesi mediterranei.

I cibi più rappresentati nelle “liste delle offerte”, e quindi alla base dell’alimentazione egizia, erano, sicuramente, il pane e la birra.

Un’ulteriore conferma dell’importanza che questi alimenti avevano nella quotidianità egizia è il ritrovamento nelle tombe di modellini di donne che macinano cereali o preparano birra per l’anima del defunto.

Statua di una produttrice di birra – Antico Regno – Museo Archeologico Firenze
Ph. Elena Cappannella

Le inondazioni periodiche del Nilo rilasciavano sul terreno il limo, fertilizzante naturale che favorì la coltivazione dei cereali.

Non possiamo non ricordare come l’Egitto diventerà poi celebre come “il granaio di Roma”.

Il livello della piena era fondamentale per ottenere un buon raccolto, anche perché era proprio su questo che si calcolavano le tasse da dare al Faraone.

Quando le acque del Nilo si ritiravano, si procedeva con l’aratura e la semina seguite poi dalla mietitura effettuata con falci di legno dal manico corto; le spighe venivano poi battute così da separare la paglia dai chicchi, che poi erano stivati nei granai.

Erano gli scribi che si occupavano di registrare meticolosamente tutto ciò che veniva versato.

Tre erano i cereali coltivati: il farro (triticum dicoccum), un particolare tipo di frumento (forse, triticum aestivum) e l’orzo (hordeum sativum volgare).

Le donne (nelle case dei più abbienti, le serve) avevano il compito di macinare i cereali ed ottenere la farina che veniva poi mescolata con l’acqua e impastata. Non si conosceva il lievito e, quindi, si utilizzavano gli avanzi della pasta del giorno precedente. Una volta data la forma al pane, questo veniva cotto in forni domestici o su lastre di pietra arroventata.

Per particolari tipi di pane, come quelli a scopo religioso, venivano utilizzate forme di terracotta preriscaldate.

Non si poteva tuttavia evitare che la fine sabbia del deserto si mescolasse alla farina causando, purtroppo, una precoce erosione dei denti, noto “tallone d’Achille” degli antichi Egizi.

La birra – bevanda del popolo

La bevanda del popolo era la birra, ottenuta da pani d’orzo prelevati prima della completa cottura, imbevuti di liquore di datteri e lasciati poi a fermentare.

In seguito, il tutto si filtrava con un setaccio ottenendo un liquido non molto alcolico, che veniva conservato in giare tappate; a volte, per variare il sapore e la gradazione si potevano aggiungere altri ingredienti.

La birra era sinonimo di vita ed erano molto conosciute le sue proprietà curative.

Il “Papiro Ebers”, infatti, riporta fino a circa seicento ricette mediche, il cui ingrediente principale era proprio la birra.

Coltivazione dell’uva e vendemmia.
Fonte: egyptianstreets.com

Il vino, la bevanda dell’elite e il latte

Il vino era solitamente bevuto dalle classi più agiate ed era particolarmente apprezzato quello prodotto nel Delta del Nilo ed in alcune oasi.

Nei rilievi di alcune tombe, inoltre, i contadini sono intenti a mungere degli animali.

Questo ci permette di capire che anche il latte era una bevanda conosciuta, specialmente quello di mucca, nonostante sembra fossero diffusi anche il latte di capra, pecora ed asina. Oltre che come bevanda, sembra che il latte fosse utilizzato anche come ingrediente in cucina.

La caccia

Fra le attività più praticate nell’antico Egitto c’erano la caccia e la pesca.

In particolare, la caccia agli animali di grossa taglia era appannaggio delle classi più agiate, mentre quella ai volatili e, soprattutto, la pesca servivano a riempire le mense delle famiglie dei ceti più bassi.

Piccioni, anatre, oche e gru venivano catturati tramite una rete tesa su uno specchio d’acqua tra due pertiche. Tirando una corda da una riva, le pertiche si richiudevano su sé stesse intrappolando nella rete gli uccelli che, ignari, vi si erano posati. I volatili venivano uccisi, spennati e puliti dalle viscere direttamente sulla riva; in genere, la carne si conservava sotto sale dentro grosse giare.

Animali come volatili o bovini erano anche allevati a scopo alimentare e la loro carne poteva essere arrostita sul fuoco,

Sembra, però, che a questo tipo di cottura gli Egizi preferissero la carne lessata, con la quale potevano preparare degli ottimi pasticci.

Anche il sangue veniva utilizzato, producendo una sorta di sanguinaccio ed il fegato, molto apprezzato, serviva anche ad insaporire le focacce.

All’epoca era conosciuto ed allevato anche il maiale, ma la sua carne non veniva mangiata per una ragione ben precisa.

La prescrizione per le popolazioni semitiche di mangiare questo tipo di carne sembra essere dovuta al fatto che quest’ultima, così come quella di ovino, potesse prendere più facilmente la tenia (o verme solitario).

La pesca

Il pesce era il cibo più comune presente soprattutto sulle tavole di chi non poteva permettersi quotidianamente la carne. Il Nilo era un fiume molto pescoso e quindi, attraverso delle reti, era semplice procurarsi una gran quantità di pesci.

La tecnica di pesca più comune consisteva nell’attraversare il corso d’acqua con una barca trainando una rete.

Tornando al punto di partenza, quest’ultima si richiudeva imprigionando i pesci.

Come per la carne, anche i pesci venivano puliti direttamente sulla riva e conservati sotto sale dentro grandi giare.

Il pesce fresco, invece, poteva essere arrostito o lessato.

Il Nilo era ricco di muggini (le cui uova venivano salate, appallottolate e pressate), anguille, carpe e pesci gatto.

Gli antichi Egizi e la frutta

I datteri.
Fonte: lartedeipazzi.blog

Orti e giardini, anche di piccole dimensioni, erano molto diffusi nell’antico Egitto sia nelle modeste case dei contadini che nelle grandi ville dei ricchi dignitari.

Probabilmente per motivi climatici, gli Egizi consumavano molta frutta come fichi, carrube, uva e datteri, tutti zuccherini ed utilizzati, a volte, anche per addolcire cibi e bevande.

La frutta si mangiava fresca, essiccata o, addirittura proprio come ai giorni nostri, sotto forma di marmellate.

Molto amate erano anche le noci di palma dum, sfruttate anche oggi, ma solo per le loro proprietà lenitive della tosse.

La verdura

Negli orti abbondavano cipolle, porri, aglio, sedano, cetrioli, ceci, fave e lenticchie.

Infine, particolarmente coltivata era la lattuga, i cui cespi potevano raggiungere grandi dimensioni.

È importante ricordare come nell’antico Egitto non esistesse la moneta, ma solo il baratto.

I cibi costituivano addirittura lo stipendio mensile dei lavoratori.

Un esempio?

Gli elenchi delle paghe degli operai alle tombe dei Faraoni della Valle dei Re che, mensilmente, ricevevano cereali, carne, pesce e sale.

Ecco che, infine, è facilmente comprensibile per quale motivo gli antichi Egizi vengono oggi considerati i precursori della moderna dieta mediterranea.

La loro era, infatti, un’alimentazione completa e ben bilanciata con cereali, frutta, verdura e proteine della carne e del pesce.


Volete saperne qualcosa in più sui cibi nell’antico Egitto? Allora non potete perdervi Alimentarsi al tempo dei Faraoni, la nuova sezione della Raccolta Bibliografica creata a posta per l’occasione!

Fonti

Elena Cappannella

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