La scoperta della tomba di Tutankhamon tra mito e realtà

Edito dalla Casa Editrice Longanesi e pubblicato nel 2022 “I segreti di Tutankhamon” di Valentina Santini descrive, nell’anno del Centenario, la scoperta della tomba di Tutankhamon, con un punto di vista unico. Intorno al ritrovamento, leggende, racconti, usi e costumi e tanto altro.

Copertina del libro.
Fonte: www.longanesi.it
Tutankhamon è un mito,
un personaggio che è entrato nella storia
e nella cultura popolare,
una figura che ha lanciato mode e manie,
e anche adesso, a distanza di cento anni dalla scoperta della sua tomba,
non smette di affascinare.
I Segreti di Tutankhamon, V. Santini, Ed. Longanesi

Tutankhamon, da qualche anno, è entrato a far parte, di diritto, della famiglia Santini.

Sì, perché, se Bruno Santini, il noto attore, ha “interpretato” Howard Carter nella mostra “Tutankhamon: viaggio verso l’eternità”, sua figlia Valentina ha scritto il saggio storico “I segreti di Tutankhamon”, edito dalla Casa Editrice Longanesi.

Egittologa presso il centro studi CAMNES, concentrando le sue ricerche in particolare proprio sul periodo Amarniano, Valentina Santini ha pubblicato il suo libro nel 2022, per celebrare uno degli anniversari più importanti dell’archeologia: il Centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon, avvenuta nel 1922.

A distanza di anni, come ben spiegato nel testo, il fascino che genera la storia di Tutankhamon è ancora enorme. Basta il suo nome per evocare immagini di splendidi tesori e generare ipotesi sulla sua vita e sulla sua morte.

Sì, perché su Tutankhamon non ci sono certezze, nemmeno per quanto riguarda la sua famiglia.

Solo analisi e tante teorie.

E Valentina Santini, in questo saggio, le descrive tutte in maniera perfettamente scientifica, senza propendere per l’una o l’altra.

Cercando solo di dare un quadro più o meno completo dello “stato dell’arte” su un personaggio misterioso, diventato Faraone da bambino e vissuto in “uno dei periodi più affascinanti di tutta la storia egizia, ma anche uno dei più complicati, pieno di domande senza risposta, personaggi dall’identità sconosciuta, eventi forse mai accaduti, intricate relazioni familiari.

Scrivendo del Faraone Bambino è impossibile non citare tutte le persone e gli eventi a lui collegati. E allora ecco Akhenaton, Ay, Ankhesenamon, Nefertiti e Neferneferuaton, Faraone (o Regina?), regnante dopo Akhenaton.

E ancora la storia di Howard Carter, di Lord Carnarvon e della loro amicizia, durata anni e che portò alla scoperta più importante del ‘900: quella della tomba intatta del Faraone Tutankhamon, la KV62.

All’interno del testo, intrecciate alle varie storie, Valentina Santini descrive usi e costumi di un popolo vissuto oltre tremila anni fa, dall’importanza del nome al ruolo della donna, dalla mummificazione alla modalità di costruzione delle tombe nella Valle dei Re.

E da CHI, furono costruite.

Parte del terzo capitolo, infatti, è dedicato proprio a loro: agli operai di Deir el-Medina, alle loro vite e al villaggio stesso.

Non poteva mancare, ovviamente, un capitolo interamente dedicato alla scoperta, legata a doppio filo all’archeologia dell’Ottocento e del Novecento, molto diversa da quella odierna, e alle sue problematiche.

In conclusione, nel suo saggio, Valentina Santini offre ai lettori un excursus sull’Egitto e su uno dei Faraoni più affascinanti della storia.

Un sovrano che divenne anche protagonista, sicuramente suo malgrado, della ben famosa maledizione, ma che influenzò anche mode e manie.

Dal 1922.

Esattamente cento anni dopo, la pubblicazione di questo saggio storico, che ha un grande valore aggiunto.

Quello di far riflettere sul lato umano di questi personaggi che, anche se a volte sentiamo “lontani” e quasi di fantasia, erano invece (e prima di tutto!) persone come noi, bambini, adolescenti o uomini con le loro insicurezze e paure.

Chissà in che occasioni lo usava il sovrano, chissà se, guardandolo, il giovane faraone sentiva un legame speciale con quel giunco e se si sentiva orgoglioso della sua <creazione>, un po’ come quando, anche adesso, una persona che va nei boschi, trovando un ramo ricurvo, decide di portarlo a casa perché <prima o poi potrebbe sempre servire un bastone così…>” (Pag. 48)

Chissà quali e quanti pensieri dovevano passare nella testa del giovane Howard che, nel 1891, non aveva nemmeno diciotto anni. Aveva senza dubbio una grande curiosità e una profonda voglia di uscire di casa ed esplorare il mondo, eppure non mancava un velo di preoccupazione nel lasciare quello che aveva conosciuto per tutta la sua vita e nell’imbarcarsi in un’avventura così straordinaria.” (Pag. 63)

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Elena Cappannella

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