La Festa della Vittoria e l’eterna lotta tra il Bene e il Male

Nella seconda metà del secondo mese di Peret, corrispondente al nostro Inverno (all’incirca tra dicembre e gennaio) gli antichi Egizi celebravano la “Festa della Vittoria”, dove mettevano in scena l’eterna lotta della Maat sul Caos. Questo giorno coincideva esattamente al periodo a noi più caro. Quello del Natale e della festa di fine anno.

Horus che arpiona l’ippopotamo (molto piccolo) di Seth nel dramma di Edfu.
Fonte: victory.htm

La lotta tra il Bene ed il Male, tra l’Ordine (la Maat degli Egizi) e il Caos è uno degli argomenti più frequenti in ogni mito di tutti i popoli della Terra, fin dall’antichità.

Una leggenda così non poteva di certo mancare fra gli antichi Egizi, che con la loro Festa della Vittoria celebravano annualmente la lotta fra il dio Horus e le forze del Male.

Informazioni su questa celebrazione, che avveniva nella stagione dell’emersione (Peret), corrispondente al nostro inverno all’incirca fra dicembre e gennaio, sono presenti nel tempio tolemaico di Edfu.

Dove avevano luogo i festeggiamenti.

Pilone del tempio di Horus a Edfu, a simboleggiare l’orizzonte dove si troverebbe la statua del dio apparire, come il sole all’orizzonte.
Fonte: Coppens, Filip, 2009, Temple Festivals of the Ptolemaic and Roman Periods. In Jacco Dieleman and Willeke Wendrich (eds.), UCLA Encyclopedia of Egyptology, Los Angeles.

Anticamente la città si chiamava Behdet ed era il centro di culto di una particolare immagine del dio Horus.

Secondo la leggenda locale, infatti, questa divinità, come figlio di Ra, assunse forma umana con testa di falco, per piombare poi sui nemici e distruggerli.

Tuttavia, come iscritto sulle pareti del tempio, alcuni dei nemici di Ra fuggirono per unirsi a Seth (Dio del Caos) e presero le sembianze di ippopotami. Horus li inseguì con gli arpioni e li distrusse.

Questa è la lotta che, ogni anno, gli Egizi mettevano in scena in un dramma molto intenso.

Proprio durante la Festa della Vittoria.

L’attore principale era lo stesso Faraone d’Egitto, nel ruolo di Horus, mentre il suo avversario era un ippopotamo (o una sua effige), nel ruolo di Seth.

Durante il rituale, il re colpiva l’ippopotamo con un arpione, commemorando così la sconfitta di Seth da parte di Horus, che ha anche così legittimato il re.

Sembra, addirittura, che una torta raffigurante un ippopotamo venisse tagliata e distribuita per essere mangiata dai partecipanti.

Gli studiosi teorizzano che l’atto di mangiare una rappresentazione di Seth fosse simbolico di assorbire e sottomettere i suoi poteri.

Questa festa è, ovviamente, estremamente ostile nei confronti di Seth, sebbene in altre parti del paese fosse adorato come dio della forza, del deserto e delle tempeste.

Addirittura, in alcuni casi, gli Egizi credevano che Seth viaggiasse proprio con il dio-sole Ra, sulla barca solare per combattere e respingere il mostro Apopi, che voleva divorare il sole.

Quindi, l’enigma che incuriosisce ancora oggi gli studiosi è decifrare come il popolo egizio abbia armonizzato tradizioni religiose anti-Seth (come la Festa della Vittoria) con quelle di coloro che adoravano gli aspetti meno minacciosi di questa divinità.

Quello che è certo, però, è che ci sono leggende che accomunano popoli e culture anche molto distanti fra loro.

E non solo temporalmente!

Come quella del Bene che vince sulle forze del Male, rappresentata nell’antico Egitto durante la Festa della Vittoria.

Che si celebrava proprio nel giorno che sembra coincidere al periodo a noi più caro.

Quello del Natale e della festa di fine anno.


Per altre curiosità sulle feste nell’antico Egitto andate alla Raccolta Bibliografica, nella nuova sezione A ogni popolo le feste che si merita, scritta per l’occasione.


Le altre feste dell’antico Egitto

Fonti

Elena Cappannella

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