Una vita dedicata alle piramidi d’Egitto

La vita del dottor Zahi Hawass è stata interamente incentrata all’archeologia e, precisamente, alle piramidi di Giza. E proprio questo luogo, insieme ai suoi famosi monumenti, fa da sfondo a aneddoti avventurosi ed importanti incontri che hanno cambiato la vita del famoso archeologo.

Copertina del libro.
Fonte: www.harmakisedizioni.org

L’uomo teme il tempo, ma il tempo teme le piramidi”.

Con questa citazione inizia “Magia delle piramidi-Le mie avventure in archeologia” del noto archeologo Zahi Hawass, una delle maggiori autorità mondiali sulle piramidi di Giza.

In questo testo del 2015, edito da Harmakis Edizioni, si sente tutta la passione di una vita dedicata all’Egittologia, “settore d’indagine interessante e gratificante”, dove ogni singola scoperta ha una sua storia.

E proprio questo è lo scopo di questo testo: raccontare le “avventure, sia all’interno che all’esterno delle piramidi di Giza e di tutte le scoperte che ho fatto in questo luogo incredibile”.

Il tutto incorniciato, alla fine del libro, da splendide immagini direttamente dall’archivio fotografico di Hawass e, all’inizio, da una sorprendente introduzione.

Sì, perché già in queste prime pagine l’archeologo inizia a raccontare al lettore alcuni interessanti aneddoti, come quando Sting cantò davanti alla Sfinge, o quando Hawass e i suoi studenti entrarono nella Piramide Rossa di Snefru o nella Piramide di Cheope.

Non solo ma, a cuore aperto, descrive anche incontri con alcune persone che hanno cambiato la sua vita.

Come quello con Mark Lehner, archeologo americano che ha scavato a Giza negli ultimi vent’anni e che è considerato un fratello da Hawass.

Mark Lehner & Zahi Hawass.
Fonte: www.smithsonianmag.com

Al punto da dedicargli questo libro.

Scritto in prima persona, il lettore si ritrova catapultato in un mondo magico, quello dell’archeologia, e dei momenti frenetici ed affascinanti che precedono la scoperta.

Le descrizioni estremamente dettagliate di ogni sito e scoperta (dal porto di Cheope al pozzo di Osiride) non rallentano il racconto.

Anzi, non fanno altro che amplificare questa magica sensazione d’immedesimazione.

Tutto ciò per uno scopo molto più importante del racconto fine a sé stesso.

Il dottor Hawass, infatti, in questa particolare introduzione afferma chiaramente che “l’obiettivo di questo libro è quello di presentare i risultati di studi scientifici che sfatano le conclusioni più assurde che, a volte, sono state pubblicate”.

E’, in pratica, una vera e propria lotta dello studioso contro tutti quei “non professionisti” (che Hawass chiama “piramidioti”) che hanno elaborato storie fantasiose sulla costruzione delle piramidi e che fondano il loro successo sulla non conoscenza delle persone comuni.

Scienza contro fantascienza.

Studiosi della materia contro dilettanti che millantano scoperte e certezze.

Solo divulgando ogni singolo dettaglio delle scoperte effettuate e, noi egittofili, solo leggendo i testi di chi è realmente immerso nell’Egittologia, potremo tentare di avvicinarci un po’ di più a questa affascinante civiltà dal passato.

Senza fantascienza.

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Elena Cappannella

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