Hatshepsut Maatkare, primo autentico faraone

Eh sì cari lettori, Hatshepsut non è stata soltanto la prima donna a regnare sull’antico Egitto, ma fu grazie a lei che la parola “Faraone” comparve per la prima volta nel protocollo reale per designare la sua lunga reggenza a fianco del nipote, Thutmose III. Questa è soltanto una delle curiosità che compare nel libro “La Regina Misteriosa” di Christiane Desroches Noblecourt.

Copertina del libro.
www.lafeltrinelli.it

La regina misteriosa (edito da Sperling & Kupfer, 2006) è un romanzo-saggio che descrive la storia di Hatshepsut, l’unica donna che regnò come faraone.

L’autrice, Christiane Desroches Noblecourt, è stata un’egittologa e archeologa francese; autrice di numerosi libri sull’arte e la storia dell’Egitto. Inoltre, è conosciuta per il suo ruolo nella conservazione dei templi nubiani dall’inondazione causata dopo la creazione della diga di Assuan.

Nella sua opera, si ricostruisce la vita di una delle figure più affascinanti e misteriose che abbiano regnato nell’antico Egitto.

Non è stato un cammino semplice, le testimonianze a disposizione si sono rivelate spesso frammentarie e di difficile consultazione. Le fonti reperibili, infatti, hanno subito una distruzione sistematica per relegare questa figura nell’oblio. Solo un’addetta ai lavori che ha fatto della sua passione il suo lavoro per circa 60 anni, poteva regalarci un quadro completo di questa enigmatica figura.

Cercando poi alla fine una spiegazione per la damnatio memoriae a cui è stata destinata.

Ed ecco così che inizia il racconto, partendo dall’infanzia di Hatshepsut e compenetrando subito nello stretto rapporto con il padre, Thutmose I. Diventata Grande Sposa Reale del fratellastro Thutmose II, di certo non il più illuminato degli uomini, Hatshepsut iniziò a porre le basi per la sua grandezza. Si dimostrò sempre attenta verso gli impegni presi nei confronti del suo popolo. Diventata poi reggente di Thutmose III, fu in grado di imporsi dimostrando ai suoi contemporanei la sua grande capacità intellettuale.

Durante il suo regno, la regina si confrontò con i numerosi problemi legati soprattutto alle ribellioni interne e alle aggressioni provenienti dall’estremo sud. Si dimostrò sempre all’altezza della situazione, grazie anche ai funzionari che seppe scegliere in modo oculato. Un esempio su tutti fu il misterioso e onnipresente Senenmut.

Come poi non citare la mitica spedizione nella Terra di Punt?

Così come tutte le opere che fece costruire. La più nota il “tempio dei milioni di anni”, chiamato “la Meraviglia delle meraviglie”. Questa costruzione da sola può far capire la magnificenza dell’opera di questa grande sovrana.

E ancora… dalla montagna Hatshepsut inaugurò la “Valle dei Re” che divenne la necropoli dei sovrani del Nuovo Regno.

Ma come dicevamo prima, l’opera della regina non fu solo di carattere pratico. Fece riscrivere la teogamia secondo la quale Amon, signore di Karnak, era stato l’ingranaggio fondamentale attraverso il quale poter legittimare il suo diritto a regnare come successore di suo padre.

Poco si conosce, infine, sugli ultimi anni del suo regno. Così come è difficile individuare i motivi che hanno spinto i suoi successori alla damnatio memoriae.

Fu opera di Thutmose III? Teoria poco probabile secondo l’autrice.

Ella sostiene molto di più la tesi secondo la quale fu il Clero di Osiride a volere la sua cancellazione dalla storia. Ma evidentemente nessuno ci è riuscito.

In conclusione, se l’obiettivo dell’autrice era quello di tentare “la rievocazione di quell’esistenza così segreta e affascinante, e di osare penetrare per quanto possibile nell’intimità di quest’autentica eroina di un romanzo unico al mondo di questa impressionante figura dall’intelligenza sottile e dalla volontà indomabile” direi che è stato pienamente raggiunto!

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Claudio Lombardelli

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