Francesco Santocono, tra sociologia ed egittofilia

Fresco vincitore del Premio Internazionale Donnafugata per il suo film “Io e Freddie”, il giornalista, scrittore ed appassionato egittofilo Francesco Santocono è l’autore del libretto “Tutankhamon-The Opera”, in scena il 20 ottobre in anteprima mondiale. Egittolizzando ha raggiunto telefonicamente il giornalista, che ci ha raccontato di questo eccitante progetto e del suo futuro. Con una “piccola” anticipazione…

Io e Lino abbiamo unito i nostri sogni e messo insieme Tutankhamon-The Opera.
F. Santocono
Francesco Santocono.
Fonte: Pagina Facebook F. Santocono

Francesco Santocono è uno scrittore e giornalista che si interessa di sanità ed ha una forte passione verso tutto ciò che riguarda l’antico Egitto.

Freschissimo vincitore di prestigiosi premi per il suo film Io e Freddie, Santocono è stato incaricato di scrivere il libretto dell’opera lirica Tutankhamun-the untold story, basato sul canovaccio dell’archeologo Zahi Hawass, che andrà in scena, in anteprima mondiale, il prossimo 20 ottobre all’Opera House del Cairo.

Egittolizzando ha raggiunto telefonicamente Francesco Santocono, che ci ha parlato di questo progetto, della sua passione per l’Egitto e non solo…

1. Francesco, innanzitutto ti faccio i miei più sinceri complimenti per i riconoscimenti vinti con il mediometraggio Io e Freddie, incentrato sul tema dell’AIDS che, personalmente, credo sia ancora poco approfondito. Come si inserisce un testo come Il loto e il papiro così diverso dagli altri, che trattano soprattutto temi sociali come il bullismo o l’AIDS appunto?

Io sono un giornalista che si occupa di sanità e l’idea di Io e Freddie nasce come attività di educazione alla salute e come un esperimento per cercare di ridare luce ad una malattia che sembrava (e sembra!) dimenticata. Fa meno danni di una volta, perché può essere curata e ci sono più farmaci, ma è sempre attuale, soprattutto tra i giovani, e diffusa.

È comunque una malattia molto invalidante, perché è vero che oggi ci sono le cure, ma seguirle è molto invalidante per chi ha questo tipo di patologia.

L’idea poi è di portare “Io e Freddie” in giro per l’Italia, tra i giovani, soprattutto negli istituti di rieducazione.

Inizieremo a settembre.

Tu mi chiedi sostanzialmente: cosa c’entra Il loto e il papiro?

Copertina Il loto e il papiro.
Fonte: www.algraeditore.it

Si tratta di una cosa completamente diversa.

Ti spiego perché: io sono un egittofilo, cioè un appassionato d’antico Egitto.

Nel 2017, andando a Siracusa come faccio ogni anno a vedere le tragedie greche mi è venuta l’idea di scrivere una tragedia egizia.

E quindi, riprendendo la tradizione di Euripide e Sofocle (con tutto il rispetto di questi grandi interpreti!), ho voluto scrivere una storia con il linguaggio delle tragedie.

Ne è venuto fuori Il loto e il papiro.

Un lavoro che è piaciuto subito al professore Zahi Hawass, che ha addirittura a tutti i costi voluto scriverne la prefazione. Tra l’altro, incuriosito dal fatto che si riportava alla luce un Faraone trascurato, come Seqenenra.

Io mi appassionai a questo Faraone già la prima volta che lo vidi. Quando si vede la mummia, con questo squarcio in testa, nella Sala delle Mummie, adesso sono state spostate (durante la Pharaoh’s Golden Parade, ndr.), ma prima erano lì, fui incuriosito da questa piccola mummia. Che, tra l’altro, non guardava nessuno perché, come è giusto che fosse, tutti i turisti erano concentrati su Ramses Il grande, personaggio biblico, mentre questo era tutto solo.

Io da lì misi insieme le cose e mi sono detto che la mia tragedia egizia punterà su Seqenenra.

Ho fatto questa storia, ma ora ti dico che non è l’unica!

Vorrei fare una trilogia.

Ho già scritto la seconda tragedia: si chiamerà Isiade e parlerà, anziché di re, di divinità. La terza parlerà di popolo.

Poi mi fermerò li.

Isiade è già pronta e conto di farla uscire dopo la messa in scena dell’opera Tutankhamon.

Quindi, questo è il legame: l’amore per l’Egittologia.

2. Come è nata la tua passione per l’Egitto?

È molto semplice. Io vengo da studi giuridici e amavo la storia dell’antica Roma.

In particolare, studiando diritto romano, mi ero appassionato al tardo periodo repubblicano, primo principato; quindi da Silla, passando per Giulio Cesare, per arrivare ad Augusto fino alla morte di Nerone.

Come tu ben sai, una delle fasi più “calienti” di questo periodo è quella che riguarda Cleopatra. L’incrocio con l’Egitto mi ha sempre incuriosito, anche se in realtà io, d’Egitto, non sapevo nulla.

Incominciai a scoprire l’Egitto in viaggio di nozze, perché feci la classica crociera sul Nilo.

Quando arrivai laggiù e mi ritrovai dinanzi a queste bellezze incredibili ne rimasi così colpito che al ritorno ne sentii una nostalgia incredibile.

Cominciai a fare dei viaggi anche da solo laggiù per scoprire altre cose, ho letto centinaia di libri sull’antico Egitto.

Mi sono auto-formato, insomma.

Una grande mano me l’ha data un’egittologa di Latina, che è Stefania Sofra che, tra l’altro, è colei che mi ha presentato il professore Hawass ed ha il merito di tutto quanto.

Se non ci fosse stata Stefania Sofra non sarebbe nato né il progetto de “Il loto e il papiro” né quello di Tutankhamon successivamente.

Ho cominciato quindi a prendere lezioni, ho studiato un po’ di geroglifici e so leggere qualcosa.

Mi sento, non dico un egittologo, ma un egittofilo sì. E mi piace molto questa parola!

3. Dunque, il tuo rapporto con Zahi Hawass è nato grazie all’egittologa Stefania Sofra? Puoi raccontarci come è andata?

Ci ha presentati a Latina ad un suo convegno, dove Zahi era con Giacobbo, il conduttore, per un loro convegno.

Ci siamo poi rivisti in un’altra occasione e successivamente chiesi a Stefania di farlo venire in Sicilia ad un convegno organizzato da me.

Fu in questa occasione che gli esposi il progetto de Il loto il papiro e lui subito mi disse che voleva fare la prefazione e che mi avrebbe seguito nella presentazione del libro.

È uscito nel 2017 e lui è stato con me praticamente in tutte le date.

A Roma, a Palazzo Firenze, quando c’è stata la prima, con le letture di Alessandro Haber (che poi è diventato il protagonista di Io e Freddie).

Poi siamo stati due volte a Milano e a Napoli al Museo Nazionale (MAN).

Poi a Benevento, all’Università Giustino Fortunato, dove Hawass ha ricevuto anche un grande riconoscimento.

Siamo stati al Magna Grecia Film Festival a Catanzaro.

Infine, ci tenevo, siamo stati anche a Catania, la mia città. Quel giorno lui è rimasto molto colpito perché per la presentazione di un libro c’erano più di mille persone (solitamente sono cinquanta al massimo settanta persone).

In realtà, con lui presente, abbiamo avuto fiumi di persone in tutte le sedi in cui siamo stati.

Il libro ha avuto un grande successo, tant’è che poi lui mi invitò ad Alessandria d’Egitto, alla grande Biblioteca d’Alessandria, per presentare il libro con gli studenti dell’Università di Alessandria, un’esperienza magnifica.

Il giorno dopo presentammo il libro al Ritz Carlton sul giardino davanti al Museo Egizio e lo facemmo davanti a tutti gli ambasciatori del mondo che sono presenti al Cairo, insieme alle Autorità egiziane.

In quell’occasione, ho ricevuto l’incarico di scrivere l’opera lirica Tutankhamon per l’apertura del GEM, il più grande museo del mondo.

4. Eccoci all’origine di “Tutankhamon-The Opera”: quindi sono state le Autorità egiziane a chiederti di scrivere il libretto?

Sì, ma c’è dell’altro.

Proprio in quella sede, quando presentammo al Cairo Il loto e il papiro le Autorità egiziane mi chiesero di scrivere un’opera.

Ma io in realtà non avevo capito che si trattasse di un’opera lirica!

Io non parlo benissimo l’inglese e ho accettato subito.

Poi fu il Direttore dell’Accademia Italiana in Egitto, il professore Sabatini, che in quella sede rappresentava l’Ambasciatore Cantini, che mi disse: “Complimenti, ma lei lo ha capito di che opera si tratta?”

Io avevo capito che si trattasse di un’altra tragedia come Il loto e il papiro.

Lui mi disse: “No, guardi deve scrivere un’opera lirica.”

Io saltai subito dalla sedia, perché mi chiesi come potessi fare a scrivere un’opera lirica, non essendo un musicista.

Il professore allora mi disse: “Guardi, lei intanto ha fatto bene ad accettare. Quando torna si sceglie un musicista e scrivete l’opera insieme”.

Ed è stata una bellissima idea, perché tornando mi sono ricordato di un grande musicista (Lino Zimbone, ndr.), che non aveva mai scritto opere liriche, ma che scriveva colonne sonore di film e musical.

Gli chiesi se fosse in grado di scrivere un’opera lirica.

Lui viene dal mondo classico e mi disse: “Ma certamente sì, è il mio sogno”.

E allora uniamo questi nostri sogni e mettiamo insieme l’opera lirica Tutankhamon.

Gli autori di Tutankhamon-The Opera.
Da sinistra il musicista Lino Zimbone, l’archeologo Zahi Hawass e l’autore del libretto Francesco Santocono.
Fonte: Pagina Facebook Francesco Santocono

Ovviamente, siamo stati seguiti in tutti i passi da Zahi Hawass.

Ricordo che la storia dell’opera (quindi il mio libretto) nasce da un suo racconto originale.

La trama non è legata all’impostazione archeologica classica, perché per esempio Zahi è un fervido sostenitore del fatto che Nefertiti, alla morte di Akhenaton, divenne Re con il nome di Smenkhara. Quindi, per Zahi, Nefertiti e Smenkhara sono la stessa persona.

E così è nella nostra opera.

Mentre l’archeologia ufficiale, in questo momento, vuole che Smenkhara fosse il fratello maggiore di Tutankhamon.

In realtà, la versione che c’ha dettato Zahi è completamente diversa.

Però ci siamo divertiti ed è stata una bella esperienza.

Anche Lino, che non conosceva nulla dell’antico Egitto, ha scoperto un mondo incredibile.

5. Quindi, l’idea è stata delle Autorità egiziane, ma l’organizzazione in sostanza italiana…

Beh si, come detto me lo hanno chiesto le Autorità egiziane, però alla fine il nostro riferimento è sempre stato Zahi Hawass. È stato lui a volere questo progetto.

Lo metteremo in scena il 20 ottobre, in anteprima, all’Opera House e poi l’anno prossimo, nel 2022, quando sarà inaugurato il Grande Museo Egizio, sarà replicato.

Ricordiamo che questa data è importante per l’Egitto, che quindi ha preso in un certo senso come “scusa” il lockdown, per spostare l’inaugurazione del GEM al 2022.

Quando ricorre il centenario del ritrovamento della tomba di Tutankhamon.

Per loro è perfetto far coincidere queste cose.

6. Tanta Italia in questo progetto, anzi tanta Sicilia (oltre a Francesco Santocono sono coinvolti nel progetto anche il catanese Lino Zimbone e il Coro Lirico Siciliano, ndr.). Come ti spieghi questo stretto legame tra l’Italia e l’Egitto?

Tanta Catania, direi!

Il legame è saldo fin dai tempi di Cleopatra, forse anche prima, perché il papà di Cleopatra era in rapporti di affari con Roma.

Quindi, non è mai mancato questo scambio d’informazioni. Poi tra i popoli del mare, che spaventavano tanto Ramses e i Faraoni dell’epoca, ci sono anche i siciliani.

Non solo gli Shardana, c’erano anche i siculi. E quindi sì un legame molto stretto.

Tra l’altro proprio a Catania (ed è una cosa che mi fa pensare molto) c’è Sant’Agata, la patrona della città.

Però, Sant’Agata diviene tale solo quando arriva il Cristianesimo.

Prima, Catania era la città di Iside.

E questo è un legame veramente importante anche se l’Iside che conosciamo noi a Catania è un’Iside importata da Corinto e non direttamente dall’Egitto. Quindi passa dal mondo greco.

Comunque sia, ci sono tantissime tracce.

Non mancano nemmeno i personaggi.

Per esempio, in Sicilia abbiamo il famoso Diodoro Siculo.

Anche il mitico Apollodoro, quello schiavo che srotolò Cleopatra ai piedi di Cesare: Apollodoro Siculo, anche lui è un personaggio che viene dalle nostre parti.

Non cito poi i legami esoterici che ci portano a Torino, ad altre città, lì possiamo spaziare come vogliamo. Ma io su questo campo non ci voglio entrare.

7. Sul web ho visto che il dramma “Il loto e il papiro” diventerà un film. Cosa puoi raccontarci su questo ed altri progetti futuri?

A settembre inizia la pre-produzione del film Il loto e il papiro. Diventerà una pellicola cinematografica, non so con quale fortuna, spero tanta!

Non me ne sto occupando io direttamente, ma se i produttori avranno bisogno di me sono a disposizione. Sono rimasti affascinati dal libro, ho collaborato alla sceneggiatura, anzi diciamo che l’ho scritta anche io e gliel’ho consegnata.

Ci faranno un film e speriamo sia un bel film. Ti posso anche dire che le persone che se ne stanno occupando sono specializzate negli effetti speciali e quindi stanno facendo una cosa, direi, più americana che italiana.

A parte il film, vorrei che Il loto e il papiro diventasse una rappresentazione teatrale e quindi vorrei che l’anno prossimo andasse in giro nei teatri di pietra.

Per quanto riguarda il resto, Isiade è il libro che voglio far uscire subito dopo l’opera lirica, quindi dopo il 20 ottobre.

Poi sto lavorando al romanzo di Io e Freddie, che vorrei far uscire entro quest’anno.

Questi sono i miei impegni imminenti.

E poi ce n’ho un altro importante nel cassetto, ma questo non te lo rivelo.

E noi di Egittolizzando non te lo chiediamo, ma aspetteremo il momento in cui ce lo potrai raccontare!

Grazie Francesco per la tua cortesia e disponibilità e, ovviamente, per aver portato un bel po’ di Catania in Egitto con Tutankhamon-The Opera.

Locandina Tutankhamon-The Opera.
Fonte: Pagina Facebook Francesco Santocono

Elena Cappannella

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