Archeologia dell’invisibile: il contenuto delle anfore della tomba di Kha e Merit

Tutto italiano è il gruppo che firma l’articolo uscito sul Journal of Archeological Science e disponibile online dal 9 marzo 2022. Gli studiosi dell’Università di Pisa, del Museo Egizio di Torino e dell’SRA Instrument di Milano, senza intaccare i vasi analizzati, hanno trovato al loro interno cera d’api, pesci essiccati e birra.

Diversi approcci utilizzati per l’acquisizione di spettri di massa dello spazio di testa dei materiali all’interno degli oggetti.
Fonte: La Nasa, J., Degano, I., Modugno, F., Guerrini, C., Facchetti, F., Turina, V., … & Ribechini, E. (2022). Archaeology of the invisible: The scent of Kha and Merit. Journal of Archaeological Science, 141, 105577

Il 15 febbraio 1906 la Missione Archeologica Italiana guidata da Ernesto Schiaparelli, allora direttore della Museo Egizio di Torino , scoprì la tomba intatta di due individui d’alto rango nella necropoli di Deir el-Medina.

Era appartenuta all’architetto Kha e sua moglie Merit, che vissero durante la seconda metà della XVIII dinastia (circa 1450-1400 a.C.).

I ricercatori dell’Università di Pisa hanno analizzato per la prima volta il contenuto di circa cinquanta reperti, fra vasi e anfore, conservati oggi al Museo Egizio di Torino.

L’indagine è avvenuta senza aprire o intaccare i reperti grazie ad una innovativa metodologia che ha permesso di “annusare” le tracce dei composti organici residui.

Tutto ciò è stato reso possibile dall’approccio lungimirante di Schiaparelli nel limitare le indagini invasive a pochi oggetti, lasciando gli altri perfettamente intatti.

Il lavoro, pubblicato sul Journal of Archaeological Science il 9 marzo 2022, è stato svolto dai chimici dell’Ateno pisano attraverso due campagne diagnostiche, eseguite nel 2019, presso il Museo Egizio di Torino.

Alcuni vasi dal corredo funerario di Kha e Merit conservati al Museo Egizio di Torino preparati per l’analisi SIFT-MS.
Fonte: La Nasa, J., Degano, I., Modugno, F., Guerrini, C., Facchetti, F., Turina, V., … & Ribechini, E. (2022). Archaeology of the invisible: The scent of Kha and Merit. Journal of Archaeological Science, 141, 105577

Nei vasi in alabastro sono stati identificati resine e unguenti spesso insieme a cera d’api.

Quest’ultima è uno dei materiali più rinvenuti perché usato sia come conservante sia come base per la preparazione di cosmetici.

Invece, nelle anfore i ricercatori hanno rintracciato pesci essiccati e molecole volatili. La loro presenza potrebbe essere associata a farina d’orzo o addirittura birra, come suggerito dalla presenza di composti volatili specifici della fermentazione dei cereali.

L’esame dei reperti è stato eseguito con uno spettrometro di massa SIFT-MS (Selected Ion Flow Tube-Mass Spectrometry) trasportabile; tale macchinario è usato di solito in ambito medico per quantificare i metaboliti del respiro o per determinare eventuali inquinanti ambientali.

Solo recentemente tale strumento ha dimostrato la sua utilità anche nel campo dei beni culturali.

Infatti, come spiegato dalla prof.ssa Ilaria Degano dell’Università di Pisa “questo studio ha dimostrato la possibilità di impiegare questo genere di strumentazione direttamente nei musei, per ottenere informazioni importanti su numerosi oggetti in modo rapido e completamente non distruttivo”.

Ilaria Degano del Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale ha lavorato alla ricerca insieme a un gruppo di colleghi docenti e ricercatori.

Fra loro, Jacopo La Nasa, Francesca Modugno, Maria Perla Colombini e Camilla Guerrini, che ha dedicato all’argomento la sua tesi di laurea magistrale.

Lo studio si è avvalso inoltre del supporto tecnico dell’azienda SRA Instruments di Milano che ha fornito la strumentazione e il supporto tecnico, e degli esperti del Museo Egizio di Torino, che hanno collaborato all’interpretazione dei risultati nel contesto archeometrico.

Dati gli splendidi risultati ottenuti tale approccio potrà essere impiegato in futuro in nuove campagne diagnostiche. Potrebbe essere anche esteso all’indagine di materiali diversi provenienti dall’ambito dei beni culturali, quali ad esempio collezioni di oggetti d’arte moderna e contemporanea.

Fonti

  • La Nasa, J., Degano, I., Modugno, F., Guerrini, C., Facchetti, F., Turina, V., … & Ribechini, E. (2022). Archaeology of the invisible: The scent of Kha and Merit. Journal of Archaeological Science, 141, 105577

Elena Cappannella

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