Amenhotep II: un faraone vissuto all’ombra del padre

Non è mai facile per un figlio vivere all’ombra di un padre “ingombrante”. Soprattutto se questo padre è nientemeno che il Faraone Thutmose III, il Napoleone d’Egitto. E allora, per reazione, si insiste su altre abilità e questo figlio passerà alla storia come: Amenhotep II, il Faraone sportivo.

Amenhotep II – Galleria dei Re, Torino.
Photo: Elena Cappannella

Nell’antico Egitto l’attività fisica era una parte molto importante della vita quotidiana, ma anche della preparazione militare.

Amenhotep II fu il settimo sovrano della XVIII dinastia e governò l’Egitto dal 1426 a.C. al 1400 a.C.

Suo padre fu Thutmose III passato alla storia come il Napoleone d’Egitto.

Probabilmente non è stato facile vivere con una reputazione così “ingombrante”, soprattutto perché il regno di Amenhotep II fu essenzialmente un periodo di pace.

L’Egitto si trovava al culmine dell’era imperiale e, in questo periodo, si annoverano solo un paio di campagne degne di nota: la prima in Siria contro i Mitanni e la seconda che non si spinse oltre il Lago Tiberiade.

Molto proficua fu invece l’attività edilizia sotto il regno di questo sovrano.

Diversi interventi sono visibili nelle varie regioni dell’Egitto: dal tempio di Montu a Medamud a quello a Hermontis senza trascurare, ovviamente, l’importante tempio di Karnak.

All’interno di questo complesso templare, infatti, il Faraone fece erigere fra il quarto e il quinto pilone una colonna celebrativa per commemorare il tributo di pace dei Mitanni.

Nemmeno la Nubia venne ignorata.

Qui, infatti, Amenhotep II fece completare il tempio di Horus (Ra-Horakhty) e Amon-Ra ad Amada, dedicato ai due fenomeni divini del sole e del principio nascosto dell’inondazione.

Per cercare di eguagliare l’imponente fama del padre, negli anni Amenhotep II potrebbe aver tentato di sfruttare la propria prestanza fisica nella propaganda politica.

Thutmose III fece addestrare suo figlio in ogni tipologia di sport che facevano parte della canonica preparazione militare dei principi d’Egitto.

Tuttavia, vivendo l’Egitto uno splendido periodo di pace, Amenhotep II sfruttò queste sue capacità per crearsi una propria reputazione: passerà alla storia come il Faraone sportivo.

Secondo quanto riportato in una stele ritrovata a Giza, la Stele del Tiro con l’Arco, Amenhotep II era un valente cavaliere. Al punto che il padre gli affidò, già in giovane età, la scuderia reale di Memphis.

Stele del Tiro con l’Arco.
Fonte: www.cefb.it

Qui il giovane principe imparò ad addestrare e capire i cavalli.

Inoltre dalle iscrizioni sembra che il Faraone fosse anche un corridore, un vogatore ma, soprattutto un arciere straordinario.

Nessuno oltre a lui stesso, sembra fosse in grado di piegare il suo arco.

Non solo.

Tale reperto infatti lo raffigura mentre, alla guida del suo carro e con le redini legate intorno alla vita, scaglia delle frecce che attraversano una piastra di rame.

Chissà che Omero non si sia ispirato alla storia di questo Faraone quando descrisse Ulisse nella sua Odissea?

Amenhotep II morì dopo circa 26 anni di regno e venne sepolto in una tomba all’interno della Valle dei Re, la KV35, scoperta poi nel 1898 da Victor Loret.

Essendo trascorsi più di 3000 anni, è ovviamente impossibile dimostrare l’effettiva prestanza fisica di Amenhotep II.

Potrebbe effettivamente darsi che l’insistente propaganda sulle proprie abilità, che lo legittimavano come sovrano d’Egitto, sia stata una reazione all’ingombrante figura di Thutmose III, il Faraone guerriero.

Una cosa è certa però.

La mummia di Amenhotep II è risultata essere la più grande fra quelle ritrovate.

Forse che il soprannome di Faraone sportivo non era poi così tanto propagandistico?

Fonti

Personalità

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Elena Cappannella

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