Alessandria d’Egitto: portati alla luce un laboratorio di ceramica, abitazioni e tanto altro…

Risale a lunedì 11 aprile, sulla pagina Facebook del Ministero del Turismo e delle Antichità, l’annuncio di una particolare scoperta nel sito di Tabba Matouh, a ovest di Alessandria d’Egitto. Si tratterebbe di un luogo ben strutturato con un laboratorio di ceramica d’epoca romana, affiancato da abitazioni, magazzini e una struttura adibita alla vendita del cibo.

Alcune delle anfore e dei vasi ritrovati.
Fonte: Pagina Facebook del Ministero del Turismo e delle Antichità

L’annuncio della scoperta

Gli archeologi egiziani che lavorano nel sito di Tabba Matouh, ad ovest di Alessandria d’Egitto, hanno scoperto un laboratorio d’epoca romana usato per la fabbricazione di anfore di ceramica.

L’annuncio della scoperta è stato dato lunedì 11 aprile sulla pagina Facebook del Ministero del Turismo e delle Antichità; il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziry, ha spiegato come questa struttura fosse costituita da una serie di forni due dei quali, scolpiti nella roccia, sono quelli portati alla luce.

Uno di questi risulta anche essersi ben conservato, con un ingresso a volta attraverso il quale i ceramisti entravano nella fornace per impilare le ceramiche.

Molti indizi, scoperti dal team di archeologi, sembrano dimostrare come questo laboratorio sia stato utilizzato anche in epoca bizantina come fornace per la produzione della calce.

Non solo, ma diverse prove evidenziano come, una volta distrutto il laboratorio, questo sito sia stato utilizzato nel Medioevo come cimitero.

Non solo le fornaci

Gli scavi dimostrano anche che questa zona era estremamente ben organizzata con magazzini, abitazioni e strutture per la vendita del cibo.

Infatti, il dr. Ayman Ashmawy, ispettore delle antichità egiziane, ha affermato che la missione ha scoperto, a sud delle due fornaci, un ambiente probabilmente usato per conservare utensili da cucina e stoviglie d’uso quotidiano.

Ma non finisce qui.

Infatti il team di archeologi ha portato alla luce delle strutture in pietra calcarea risalenti all’era tolemaica, utilizzate come luoghi di lavoro o abitazioni.

Sembra infatti che una di queste fosse una residenza temporanea per i lavoratori con ben tredici stanze, alcune delle quali adibite alla preparazione del cibo. In queste ultime, sono state ritrovate infatti stufe e ossa di animali, come resti di maiale, capre o lische di pesce.

Altri ambienti venivano probabilmente usati per la produzione dei cibi, visto che al loro interno sono stati trovati mulini, pestelli, anfore e pesi di diversi tipi.

Le monete dell’era tolemaica

Molto interessante è anche una stanza in cui sono stati rinvenuti fornelli per la cottura dei cibi, resti di anfore in cui erano conservati dei pesci e, soprattutto, un gran numero di monete sul pavimento.

Questo ambiente, quindi, era adibito non solo alla cucina, ma anche alla vendita dei cibi.

Il capo della missione archeologica ha sottolineato come la maggior parte delle monete ritrovate risalissero all’era tolemaica, raffiguranti i volti di Alessandro Magno, la Regina Cleopatra o Zeus.

Hanno ritrovato anche ami da pesca, attività molto praticata dagli abitanti della zona in quel momento, oltre all’ancora di una barca.

Le statue

Questo sito era arricchito anche da un luogo di culto.

Durante i lavori di scavo, infatti gli archeologi hanno rinvenuto parti di statue in terracotta di divinità, un amuleto del dio Bes, con la sua corona di piume e parte di una statua associata alla fertilità.

Inoltre, la missione ha portato alla luce quasi un centinaio di sepolture (tra cui una donna incinta), oltre a un cimitero con fori di sepoltura distrutti scavati nella roccia.

Ciò conferma che il sito è stato utilizzato addirittura prima dell’epoca in cui è stato costruito il laboratorio di ceramica.

Il dr. Waziry ha spiegato che il team di archeologi sta completando gli scavi nel sito così da poter rivelare, nel prossimo futuro, altre interessanti informazioni.

Altre immagini dallo scavo

Fonti

Elena Cappannella

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