Cleopatra, tra storia e mito

“Affrontare un personaggio che è anche una leggenda implica un lavoro duplice: in primo luogo, raccogliere le fonti, eterogenee, in continuo aumento […] poi, tentare di districare la storia dal mito.”

Copertina del libro https://www.laterza.it/

Queste sono le parole usate da Livia Capponi per introdurre uno dei suoi ultimi lavori dal titolo “Cleopatra”. Una figura enigmatica, di cui si conosce solo una parte della verità. Una verità che per altro è stata raccontata dal punto di vista dei vincitori; dunque, solo parziale e quasi mai oggettiva.

Il libro, edito da Laterza (2021), ha come obiettivo quello di sfatare lo stereotipo costruito attorno alla figura di Cleopatra. L’autrice, professore associato di Storia antica all’Università di Pavia, demolisce quest’immagine ricostruendo l’identità della regina al di là della proverbiale seduttività e dall’aura di pericolosità costruitale attorno dalle fonti romane.

E allora si inizia entrando subito nel merito della dinastia a cui appartiene, i Tolomei. “La dinastia dissoluta” (cap. 1) presenta un quadro completo sull’ultima dinastia che regnò sull’Egitto e descrive la fine di Alessandro Magno e l’ascesa al trono di Tolomeo, suo generale fidato. Compito difficile spetterà a questo sovrano “straniero”. Dovrà imparare a convivere con il clero egiziano, troppo potente per poter essere ignorato. Il periodo più glorioso della storia tolemaica sarà quello che si estende da Tolomeo I a Tolomeo III sotto i quali l’impero raggiunse il suo apogeo.

È in questo periodo che la storia egizia si interseca con quella di Roma, impegnata nelle guerre puniche. I Tolomei sanno già da che parte schierarsi: Roma è un avversario troppo potente da affrontare ed è bene stipulare un’alleanza anziché provare a contrastarla. Sarà così che man mano l’Egitto inizierà a perdere la sua identità di regno indipendente. Tolomeo V e i suoi successori diventeranno pian piano dei fantocci in mano ai romani.

Il capitolo 2 entra nello specifico nella vita di Cleopatra iniziando a descrivere la vita e le gesta del padre, Tolomeo XII Aulete. Ci si concentra poi sull’incontro con Cesare. Si capisce fin da subito l’intraprendenza della regina nell’incontrare l’uomo più potente del suo tempo. Sicuramente non si presentò a lui nascosta in un tappeto ma utilizzò le sue armi femminili per conquistare l’uomo che aveva difronte.

L’autrice descrive poi la guerra alessandrina con la quale Cleopatra diventerà la sola e unica regina d’Egitto. Risulta, infatti, solo una farsa la sua coreggenza con Tolomeo XIV ma a lei necessaria per zittire gli alessandrini, troppo ritrosi ad accettare una donna al potere. Il soggiorno del dittatore romano in Egitto fu tutto fuorché romantico, con un piano ben preciso in mente. Cesare rafforzò il suo potere personale usando Cleopatra per la prossima guerra contro i Parti.

La storia tra Cesare e Cleopatra viene affrontata e si conclude nel capitolo 3, nel quale l’attenzione si sposta su un’altra figura fondamentale: Cesarione. L’autrice presenta molte teorie circa la paternità del figlio della regina, una meno plausibile e diffamatoria dell’altra. Alla fine, però, la tesi più accreditata è che Cesarione sia nato nel 45 a.C. e che Cesare lo riconobbe come suo figlio.

Eccoci poi alla presentazione della storia tra Antonio e Cleopatra, analizzando prima il mito e poi la realtà storica dei fatti (Cap. 4-7). Considerando il contributo di vari storici dell’epoca, emerge chiaramente come sia le grandi sconfitte (chiari esempi le battaglie iniziali contro i Medi o i Parti) o le grandi vittorie di Antonio siano sempre accompagnate da un alone negativo, rappresentato proprio dall’onnipresente Cleopatra. È lei che convince l’uomo a spartire le sue conquiste tra i figli nati dalla loro unione, facendo sì che la figura del triumviro diventi sempre più avulsa al popolo romano.

È chiaro che questa propaganda negativa è una chiara strumentalizzazione che servirà per giustificare la guerra civile scatenata da Augusto da lì a pochi anni. Eccoci, quindi, alla battaglia di Azio con la quale si decide il destino di molti protagonisti di questa parte della storia dell’Egitto romano.

Dopo la morte di Antonio, c’è il confronto diretto tra Augusto e Cleopatra e il celeberrimo “non sarò portata in trionfo” (Cap. 8) che preannuncia inequivocabilmente la fine della regina. Cleopatra morirà suicida a 39 anni. Su questo singolo episodio sono state scritte pagine e pagine molte delle quali però hanno come obiettivo unico quello di esaltare soprattutto la pietas di Ottaviano. Secondo le fonti romane, egli avrebbe fatto di tutto per portare onore alla regina sconfitta. Non poteva poi mancare un capitolo breve dove viene illustrato il destino dei figli di Cleopatra e di come la dinastia dei Tolomei sopravvisse qualche altro decennio dopo la morte della regina (Cap. 9).

E arriviamo all’ultimo capitolo, “la memoria bipolare”: “Dopo la sua morte la sua memoria sarà dunque polarizzata ai due opposti estremi di prostituta per l’Occidente, e dea per l’Oriente”. Credo che questa conclusione dell’autrice lasci ben poco da commentare se non una forse banale domanda: dove sta la verità su questa enigmatica figura? Come spesso accade, la verità sta in mezzo. Buona lettura.

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Claudio Lombardelli

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