Egitto, la terra dei farmaci

Nell’Odissea Omero definisce l’Egitto come “quel paese la cui terra produce tantissimi farmaci”. Tante erano le malattie conosciute durante l’epoca egizia e i medici, in parte professionisti e in parte maghi, prescrivevano dei farmaci di origine vegetale, animale e minerale, alcuni dei quali usati anche oggi.

Piante medicinali nell’antico Egitto

Se per Omero l’Egitto è quel paese la cui terra produce tantissimi farmaci, lo storico greco Erodoto definì gli Egizi popolo dei sanissimi.

Questa era la considerazione che gli stranieri avevano del sistema medico egizio; addirittura erano molti coloro che si recavano in Egitto proprio per consultarne i suoi medici.

Nell’antico Egitto non c’erano dei veri e propri trattati di medicina, ma sono giunti fino a noi importanti papiri, che riportavano diagnosi e prognosi di numerose malattie, conosciute anche oggi.

Non solo, ma in questi documenti si possono leggere anche vari rimedi da somministrare proprio per curare queste patologie.

Un esempio su tutti?

Il papiro “Ebers”.
Fonte: www.archeome.it

Il Papiro Ebers, venti metri di lunghezza e altrettanti di larghezza, contenente, fra le altre cose, circa 800 prescrizioni di quelli che oggi definiremmo farmaci.

E, se c’erano i farmaci, ovviamente c’erano anche i farmacisti, la cui funzione era svolta dagli stessi medici o dai sacerdoti.

I farmaci nell’antico Egitto

La farmacopea includeva sostanze di origine vegetale, animale e, più raramente, minerale.

I papiri medici, oltre ai vari medicamenti, riportavano anche le tecniche di confezionamento.

I farmaci, infatti, potevano essere somministrati sotto forma di polveri, tisane, decotti e pastiglie. Per renderli più gradevoli aggiungevano, a volte, un po’ di miele.

Gli unguenti e altri rimedi

Se i farmaci che dovevano essere applicati come unguenti erano veicolati da sostanze grasse, va da sé che quelli utili per i disturbi femminili erano generalmente liquidi, sotto forma di lavande.

Esattamente come oggi.

Molto attuali anche i medicamenti per occhi e orecchie, somministrati sotto forma di gocce; o quelle per le malattie polmonari, per le quali invece gli antichi Egizi utilizzavano le fumigazioni.

Sembra probabile che il popolo della Valle del Nilo conoscesse il diabete, perché il solito Papiro Ebers riportava un rimedio per ridurre l’eccessiva quantità di urina, uno dei principali sintomi della malattia.

La formula n. 263, infatti, recita: Un rimedio per regolare l’urina: pannocchia di canna 1/8; radice di brionia 1/4; miele; bacche di ginepro 1/4; acqua. Il tutto filtrato. Da bere per quattro giorni.

Birra e vino

Un rimedio molto in uso nell’antico Egitto era la birra.

Non solo era l’elemento liquido di numerosi medicamenti, ma era utilizzata come farmaco essa stessa: per i disturbi intestinali, contro le infiammazioni e le ulcere delle gambe.

L’effetto disinfettante era verosimilmente dovuto al lievito, che produceva un’azione antibiotica.

Stessa azione della muffa del pane, prescritta per curare altre malattie.

Oltre alla birra, gli Egizi usavano il vino come prezioso alimento terapeutico, usato anche quest’ultimo come veicolo nei preparati di erbe officinali.

La vite, inoltre, è un importante rimedio per la circolazione venosa.

Se le foglie, infatti, grazie al contenuto di tannini e flavonoidi, sono antinfiammatorie, depurative e diuretiche, il liquido che esce dalla pianta quando si recide un ramo si usava per la cura degli occhi.

L’uso di frutta e piante

Nell’antico Egitto erano conosciute le proprietà lassative di fichi, datteri e olio di ricino.

I datteri, dalle proprietà emollienti e decongestionanti, hanno anche un elevato contenuto di Vitamina A o retinolo, indispensabile per la vista.

I datteri.
Fonte: lartedeipazzi.blog

Anche la mandragora, dall’inconfondibile aspetto antropomorfo, era nota agli Egizi.

Infatti, il popolo della Valle del Nilo aveva scoperto che, insieme ad altre erbe dalle proprietà psicotrope, la mandragora poteva lenire il dolore.

Le ustioni invece erano curate con la noce di galla, dalla quale derivavano l’acido tannico.

Tra le piante che hanno svolto un ruolo di primaria importanza nella farmacologia egizia, vi è l’Aloe vera.

Nel papiro di Ebers erano documentate una serie di formule proprio per l’uso di quest’ultima (miscelata ad altri prodotti naturali) e sono elencate le innumerevoli proprietà di questa pianta nella cura di vari disturbi sia interni sia esterni.

Altra pianta usata come farmaco era il sicomoro.

Le foglie contro l’ittero e il veleno di alcuni serpenti, mentre i frutti (ricchi di potassio, calcio e magnesio) ed il lattice contro la dissenteria, la tosse e le infezioni della gola.

Le malattie parassitarie (le più comuni) erano curate con farmaci a base di trementina, giusquiamo (usato anche per le sue proprietà anestetiche) e radice di melograno.

Gli antichi Egizi conoscevano inoltre le importanti proprietà del pino marittimo (Pinus pinaster) e del cedro del Libano (Cedrus libani).

Se il primo, infatti, era usato nei processi di purificazione, l’altro era importato in grandi quantità per la sua resina. Quest’ultima, infatti, che determina una congestione intensa ma passeggera della cute, era utilizzata come farmaco contro i dolori articolari.

Il Cedro era altresì usato per le sue proprietà antisettiche e balsamiche delle vie respiratorie, che la moderna fitoterapia attribuisce alla presenza di un olio essenziale che riduce l’irritazione e la tosse, aumentando la secrezione di un muco fluido.

Altra pianta che l’antico popolo della Valle del Nilo usava come farmaco era la salvia.

Quest’ultima, il cui nome deriva dal latino salus, salute, aveva importanti effetti terapeutici. Agisce, infatti, sull’ipotalamo e rinvigorisce l’organismo.

Tutti noi, oggi, conosciamo le proprietà benefiche dell’aglio.

Sorprenderà sapere che anche gli antichi Egizi, ben tremila anni fa, erano consapevoli dell’importante azione antinfiammatoria, antisettica e batteriostatica dell’allium sativum. Inoltre, è un riequilibrante della pressione arteriosa e per questo utile nelle patologie legate al sangue.

Ma questo non è che un esempio delle sorprendenti conoscenze degli Egizi in campo medico e farmacologico, riscoperte poi in epoca moderna.

Gli Egizi e la moderna medicina

Infatti, l’efficacia di alcuni farmaci, utilizzati al tempo dei Faraoni, aveva una vera e propria spiegazione scientifica.

Che il mondo moderno ha scoperto molti, moltissimi anni dopo.

Come non ricordare dell’utilizzo della birra sopra citata o del pane ammuffito contro le infezioni?

Sì perché muffa e lieviti avevano un’importante azione antibiotica che Fleming scoprì “solo” nel 1929.

Tremila anni prima, gli antichi Egizi avevano individuato, con il classico metodo empirico, la penicillina.



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Fonti

Elena Cappannella

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