A scuola sulle rive del Nilo

L’istruzione di base nella scuola dell’antico Egitto consisteva nell’insegnamento della lingua, della matematica, della geografia e di altre materie adatte alla preparazione di potenziali scribi destinati a lavorare nelle istituzioni egizie, come il palazzo o i templi. Le prove dell’esistenza di un tale sistema educativo si presentano principalmente sotto forma di esercizi e testi scolastici nonché riferimenti trovati in testi letterari. Ci sono relativamente meno prove per quanto riguarda il ruolo dell’apprendistato, un metodo pedagogico impiegato principalmente per la formazione di artigiani, o per l’istruzione avanzata e specializzata, come quella necessaria per diventare sacerdote.

Aula di una scuola dell’antico Egitto con le pareti decorate.
Fonte: quatr.us

“Quando io divenni un adolescente ero al tuo fianco. Tu battevi sul mio dorso e il tuo insegnamento penetrava nel mio orecchio, poiché io ero come una pariglia di cavalli scalpitanti. Non mi veniva il sonno nel mio cuore di giorno né era con me nella notte, dicendo: io agirò come uno che è utile al suo signore, come un servo utile al suo signore!”
P. An IV, 8,7 segg. (Gardiner A.H., Late-Egyptian Miscellanies)

L’istruzione

Non è possibile per noi oggi conoscere i dettagli completi dell’educazione scolastica nell’antico Egitto, o tracciarne con precisione la storia. Le prove archeologiche in nostro possesso fanno riferimento ad un sistema di insegnamento statale che affonda le proprie radici nell’Antico Regno (3000 a.C.). L’istruzione era tenuta in grande considerazione e, in genere, chiunque avesse i mezzi mandava i propri figli a scuola quando raggiungevano una certa età. Il faraone in primis sapeva leggere e scrivere e questo, nel mondo antico, non era affatto scontato.

Nelle scuole di palazzo anche i figli della nobiltà o degli alti funzionari erano ammessi, così come i ragazzi più promettenti e questo era un grande onore oltre che una grande possibilità. Infatti, poteva essere un’occasione per i membri delle classi inferiori di elevarsi al di sopra della loro condizione di nascita. Tuttavia, a causa del numero limitato di scuole, le persone delle classi inferiori spesso non potevano mandare i propri figli che venivano educati, al meglio delle loro capacità, a casa.

La condizione femminile

Anche le ragazze, in alcuni casi, venivano istruite a casa dalle loro madri, con l’aspettativa che sarebbero diventate esse stesse mogli e madri. Erano perciò educate nelle arti della cucina, del cucito, della religione e della lettura. Nella maggior parte dei casi poi, alle ragazze potevano essere impartite istruzioni avanzate in quelle che erano considerate discipline adatte, come la danza, la tessitura e la cottura al forno.  Le ragazze di famiglie nobili avevano il privilegio di imparare la politica, la storia, le arti, oltre a leggere, scrivere e cifrare. Molte ricevettero anche istruzioni sulla supervisione dei domestici e degli schiavi.

Conosciamo il nome di molte donne scriba, come la principessa Idut dell’Antico Regno, la quale si fece rappresentare nella sua tomba di Saqqara su una barca di papiro provvista di tutto il materiale del mestiere: paletta per l’inchiostro nero e rosso e sottili giunchi per scrivere. Altre figure femminili di spicco furono le donne medico come Meritptah, vissuta tra la II e la III dinastia, e Peseshet, vissuta invece tra la IV e la V dinastia. Una donna ha anche assunto una delle cariche più importanti del Regno, dopo il Faraone. Era Nebet che, oltre ad essere forse la suocera del Faraone Pepi I, fu anche il suo Visir.

La Scuola e gli Scribi

C’erano scuole “elementari” di villaggio per un’istruzione preliminare, seguite da scuole specializzate per l’istruzione “secondaria”. In genere, la specializzazione riguardava le discipline necessarie per i ruoli comuni della “classe media”, come medici, scrivani, ecc.

Una delle poche carriere con mobilità verso l’alto era quella di scriba. Gli scribi erano fondamentali per il funzionamento dell’amministrazione centralizzata, dell’esercito e del sacerdozio. In verità, nell’antico Egitto accadeva ben poco che non coinvolgesse in qualche modo uno scriba. Scribi di grande talento e abilità potevano trovare posti di lavoro per la casa reale. Un ragazzo fortunato e istruito avrebbe potuto aspirare ad essere promosso alla carica di visir, secondo solo al faraone.

Horemheb come uno scriba (New York – Metropolitan Museum of Art). Fonte: www.metmuseum.org

Uno scriba, Horemheb, si è addirittura fatto strada da scriba, a militare, a faraone!

Come funzionava la scuola nell’antico Egitto?

Fino ai 6 anni di età i bambini venivano educati dalle madri, poi subentrava l’educazione scolastica vera e propria. Nei centri rurali più piccoli, dove vivevano solo umili lavoratori, arrivava un vecchio scriba alla fine della propria carriera per insegnare i primi rudimenti della lettura e della matematica ai fanciulli. In cambio, gli venivano accordati piccoli contributi economici, probabilmente prodotti alimentari. Le lezioni in genere si svolgevano all’aperto con gli alunni seduti su stuoie intrecciate ed avevano pennelli o cannucce, che utilizzavano per scrivere su ostraka.

Tavolozza da scrittura e pennelli della principessa Maketaton, Nuovo Regno (Amarna).
Fonte: www.metmuseum.org

Le scuole sorgevano in prossimità del palazzo reale e accanto ai templi nelle cosiddette “Case della Vita”, istituzioni preposte alla formazione dei giovani scribi con tanto di grandi biblioteche.

I sacerdoti sovrintendevano alle lezioni religiose e scrivevano le lezioni secolari. Le scoperte archeologiche hanno mostrato come le aule egiziane somigliassero a quelle moderne, con regole scolastiche scritte sui muri. Le punizioni potevano essere severe: erano previsti castighi corporali o semplicemente sanzioni che prevedevano il prolungarsi dell’orario scolastico. I ragazzi che non imparavano bene il mestiere venivano spesso mandati via e costretti a stabilirsi in una nuova città.

Le Materie e gli Strumenti

Le lezioni, dedicate principalmente allo studio delle lettere (memorizzazione, dettatura e copiatura), iniziavano la mattina con una pausa a mezzogiorno prima di riprendere per il resto del pomeriggio. Per gli studenti più giovani, il materiale scolastico consisteva in una tavoletta di legno che poteva essere ripulita o in ostraka, mentre i libri didattici (chiamati Kemty o Kemit) erano scritti verticalmente anziché orizzontalmente.

Un modello di esercizio di scrittura; l’insegnante ha corretto gli errori di ortografia in rosso (Medio Regno, ca. 1850 a.C., Metropolitan Museum, New York). Fonte: www.metmuseum.org

I bambini che andavano a scuola sarebbero poi diventati funzionari e scribi: dovevano quindi saper redigere i testi in geroglifico ed i testi amministrativi in ieratico. Nel Nuovo Regno, una volta acquisita la padronanza della lingua madre, i giovani venivano introdotti all’alfabeto cuneiforme dell’accadico, lingua franca per la diplomazia di allora. Inoltre, è stato grazie a questi esercizi di ordinaria copiatura, che ci sono pervenuti i capolavori della letteratura del Medio Regno come, ad esempio, il Racconto di Sinuhe, il Racconto del Naufrago, ecc.

Antico scriba egizio.
Fonte: www.pikist.com

Anche la geografia, la cartografia, le mappe catastali, la matematica e la geometria erano considerate fondamentali per la formazione dei futuri funzionari.

Apprendistato artigiano e Istruzione scolastica

All’età di 14 anni, i ragazzi delle classi medie e inferiori lasciavano l’istruzione formale per lavorare come apprendisti contadini, muratori, falegnami, ecc. Sia per i poveri che per i ricchi era necessaria un’istruzione di qualche tipo e, generalmente, il corso di tale istruzione (scuola artigianale, scuola familiare, scuola d’élite) era legato all’occupazione della famiglia, che ci si aspettava che le future generazioni mantenessero.

Lo stretto rapporto tra apprendistato artigiano e istruzione scolastica è evidenziato anche in alcune tombe, in cui sono stati scoperti esercizi scolastici. Questa prova potrebbe indicare che gli studenti egizi stavano imparando a leggere e scrivere usando il materiale inciso sulle pareti della tomba. Probabilmente, le tombe nell’antico Egitto funzionavano anche come luoghi in cui dovevano essere conservate importanti opere letterarie. In tali casi, il maestro artigiano che sovrintendeva ai lavori nelle tombe avrebbe probabilmente agito, anche in modo più ampio, come maestro.

L’Istruzione superiore

L’istruzione superiore prevedeva le scuole sacerdotali e le università templari. Agli studenti più grandi era consentito l’uso del papiro. Le scuole sacerdotali erano molto impegnative, le giornate di studio erano lunghe ed era richiesta la massima disciplina. L’educazione impartita non aveva nulla in comune con la blanda infarinatura delle piccole scuole locali. Quella dei sacerdoti era una casta aristocratica e basava il suo potere anche sulla netta differenza di conoscenze e opportunità riservate alle masse.

All’interno delle università templari si studiavano le discipline umanistiche e quelle scientifiche, entrambe sorrette da solide basi teologiche che, solo negli ultimi anni di studio, arrivavano a toccare i testi a carattere magico e rituale.

Gli studi storici erano molto approfonditi per quanto riguarda la cronologia mentre gli studi artistici raggruppavano scultura, pittura e musica. L’espressione artistica era impregnata da un concetto religioso costante nello snocciolarsi delle dinastie.

Per questo non si ebbe mai una vera rivoluzione artistica, quelli che erano considerati i canoni di bellezza e perfezione grafica lo resteranno per tutto il tempo della civiltà egizia.

Nell’antico Egitto, l’educazione religiosa e la filosofia venivano insegnate insieme a materie secolari, imprimendo agli studenti una solida base morale.

Tra gli studi scientifici, invece, primeggiava l’astronomia (dobbiamo agli egizi il primo Zodiaco e i Calendari) e la geometria, materia indispensabile in un paese agricolo che necessitava di continui controlli sulle estensioni delle terre contese dal Nilo. Anche la medicina aveva notevole importanza. Era praticata dagli Archiatri con un grande riguardo per la farmacologia botanica e tutti i decotti, olii ed estratti utili per applicarla. Per quanto riguarda le conoscenze chirurgiche gli egizi non eseguivano studi sui cadaveri, considerati sacri, ma i campi di battaglia offrivano una grande varietà di ferite da poter studiare e curare su uomini vivi.

Fonti

Claudio Lombardelli

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *