Dal restauro del tempio alla scoperta delle sfingi

A volte, le scoperte possono avvenire anche in maniera casuale. In questo caso da un’operazione di restauro del “Tempio dei Milioni di Anni” di Amenhotep III i ricercatori di una missione tedesco-egiziana hanno portato alla luce delle sfingi quasi intatte e delle statue della dea Sekhmet.

Il Faraone Amenhotep III, sovrano della XVIII dinastia, ha regnato sull’Egitto per quasi 40 anni (1390 al 1353 a.C.).

Il suo regno fu in gran parte pacifico e segnato da un prolifico programma di costruzione, che coinvolse l’intera Tebe (l’odierna Luxor). Impossibile non conoscere, per esempio, il Tempio dei Milioni di Anni e i due colossi di Memnone.

I colossi di Memnone.
Fonte: www.vanillamagazine.it

Dal 1998, sotto l’egida del Ministero del Turismo e delle Antichità e dell’Istituto Archeologico Germanico del Cairo, è in corso un importante progetto di conservazione che interessa questi due splendidi monumenti antichi.

Proprio durante uno di questi interventi è stata recentemente effettuata un’interessante scoperta.

Una serie di enormi pezzi di calcare che facevano parte di una coppia di colossali sfingi, nonché i resti di pareti e colonne decorate con scene festive e rituali.

Gli studiosi della missione tedesco-egiziana, guidati da Hourig Sourouzian, ritengono che la coppia di sfingi con il copricapo nemes e la barba posticcia rappresenti il Faraone Amenhotep III. Infatti, in una delle parti rinvenute è visibile un’iscrizione che riporta la fine del nome reale di questo sovrano: l’amato di Amon-Ra.

Entrambe le sfingi colossali, lunghe circa 8 metri, sono state ritrovate semisommerse nell’acqua nella parte posteriore della porta del terzo pilone.

Le teste di queste sfingi sono state sottoposte a meticolosa pulizia e consolidamento, mentre altre parti del corpo e le zampe sono stati rimossi in modo sicuro e saranno conservati con cura.

Gli studiosi hanno anche portato alla luce tre statue in granodiorite, per lo più intatte, della dea leonessa Sekhmet sulla facciata della corte del peristilio e nella sala ipostila del tempio.

Una delle statue della dea Sekhmet ritrovate.
Fonte: Pagina Facebook del Ministero del Turismo e delle Antichità

Molto interessanti sono anche i resti di pareti in arenaria decorate con le scene dell’Heb-sed. Quest’ultima era una cerimonia di rigenerazione del potere del sovrano e sembra che quella di Amenhotep III sia stata la più elaborata della storia.

Oltre a quanto descritto sopra la missione tedesco-egiziana ha anche rinvenuto basi di colonne nella metà meridionale della Sala Ipostila che mostrano che questa sala era molto più grande di quanto si pensasse, con più colonne.

Il dott. Sourouzian ha spiegato che tale scoperta è molto importante perché la presenza di questa coppia di sfingi colossali attesta l’inizio della via processionale che porta dal terzo pilone alla corte del peristilio.

Era qui che, ogni anno, si celebrava la bellissima Festa della Valle, così come le feste giubilari del re (Heb-sed).

Gli studiosi a questo punto prevedono di riassemblare e restaurare tutti i reperti ritrovati, fra cui ovviamente le sfingi, ed esporli nella loro posizione d’origine all’interno del tempio.

Nel prossimo futuro i visitatori di quello che viene ricordato come il più grande museo a cielo aperto del mondo potranno godere di nuove splendide meraviglie.

Fonti

Elena Cappannella

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