Ernesto Schiaparelli, egittologo e non solo…

Il 12 luglio del 1856 nacque l’egittologo Ernesto Schiaparelli direttore, dal 1894 al 1928, del Museo Egizio di Torino considerato, per valore e quantità dei reperti, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. La sua vita è caratterizzata sì da tanta passione per l’antico Egitto, ma anche da tanti altri aspetti non meno importanti.

Articolo pubblicato nel 2019 sulla rubrica “Tesori sotto la sabbia” del sito online www.larotta.it

Ernesto Schiaparelli.
Fonte: www.accademiadellescienze.it

Ernesto Schiaparelli nacque ad Occhieppo Inferiore, in Piemonte, il 12 luglio del 1856.

Dopo la laurea in lettere all’Università di Torino, perfezionò i propri studi alla Sorbona di Parigi con il grande egittologo Gaston Masperò.

La direzione del MAN di Firenze e del Museo Egizio di Torino

Tornato in Italia, dal 1881 diresse la sezione egizia del Museo Archeologico Nazionale di Firenze per poi dirigere, dal 1894, il Museo Egizio di Torino, ruolo che ricoprirà fino alla morte.

Fu proprio durante questo periodo che Schiaparelli si rese conto che l’acquisto dal mercato antiquario non poteva più essere l’unica “fonte di ricchezza” per il Museo.

L’egittologo ebbe così l’intuizione di capire che la soluzione stava nella ricerca sul campo.

Con l’aiuto del suo vecchio professore Masperò, nel frattempo diventato direttore del Dipartimento di Antichità del Cairo, Schiaparelli ottenne un invito ufficiale a scavare nei siti di Giza ed Eliopoli.

La Missione Archeologica Italiana (MAI)

Questo era proprio ciò di cui aveva bisogno per convincere il Re Vittorio Emanuele III a finanziare la Fondazione MAI (Missione Archeologica Italiana) per quattro anni. Tuttavia, i risultati ottenuti e la quantità di reperti, che da allora arricchiscono il Museo Egizio di Torino, furono tali da far s ì che la missione venisse finanziata per ben 17 anni, dal 1903 al 1920.

Fra queste sensazionali scoperte impossibile non citare il ritrovamento, nel 1904, della tomba della Regina Nefertari, Grande Sposa Reale del Faraone Ramses II.

La tomba di Nefertari (QV66).
Fonte: artemagazine.it

Al Museo Egizio di Torino è stato addirittura ricostruito nei minimi dettagli un modello in scala ridotta della tomba, considerata una delle più belle della Valle delle Regine.

Del 1906 è invece l’eccezionale scoperta a Deir el Medina della tomba dell’architetto reale Kha e sua moglie Merit, intatta e con un ricco corredo funerario conservato oggi all’Egizio di Torino.

Infine, gli scavi a Gebelein permisero di recuperare molto materiale di epoca più antica, tra cui la serie di pitture provenienti dalla tomba di Iti e Neferu.

Grazie ad Ernesto Schiaparelli ancora oggi il Museo Egizio di Torino è considerato il secondo al mondo per la quantità di reperti esposti dopo quello del Cairo.

Nel 1907 l’egittologo italiano divenne Soprintendente alle Antichità del Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria.

Inoltre, dal 1910 al 1927 fu professore di Egittologia presso l’Università di Torino.

Oltre all’impegno di Schiaparelli come egittologo e ricercatore esiste un altro aspetto della sua vita, sicuramente meno conosciuto, ma non per questo meno importante.

La filantropia

Egli, infatti, si prodigò in favore del prossimo e della gioventù disagiata, contribuendo a fondare l’A.N.S.M.I. (Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari cattolici Italiani).

A Luxor, nel 1891, grazie al suo impegno, venne costruita la scuola femminile Antonio Stoppani, dove una lapide ancora lo ricorda.

Fu promotore di case religiose, ospedali, scuole, dispensari ed orfanotrofi in tutto il mondo, dalla Tunisia alla Turchia, dalla Libia fino all’Estremo Oriente.

Non è tutto.

Ad Ernesto Schiaparelli, infatti, si deve la creazione dell’Opera Bonomelli e della Federazione dell’Italica Gens, molto sensibili e attente al delicato tema degli operai italiani emigrati nel mondo.

L’egittologo e filantropo Ernesto Schiaparelli morì il 14 febbraio del 1928 lasciando in eredità a Torino l’enorme ricchezza delle sue eccezionali scoperte.

Forse, se in Italia, lontana mille miglia dall’Egitto, amiamo così tanto questa antica civiltà, lo dobbiamo anche a lui ed alla sua immensa passione per l’antico Egitto.

Fonte

Personalità

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Elena Cappannella

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