El-Bahnasa: gli archeologi portano alla luce tesori tolemaici e romani

El-Bahnasa (un tempo nota come la città di Ossirinco) è lo scenario di una nuova e straordinaria scoperta. Il team di ricercatori dell’Università di Barcellona e dell’Institute of Ancient Near East, guidati rispettivamente dalla dott.ssa Maite Mascort e dalla dott.ssa Esther Pons Miladou, hanno portato alla luce tombe risalenti all’epoca tolemaica e romana, nella zona archeologica di El-Bahnasa, situata nel governatorato di el-Minya. Gli scavi sono stati eseguiti congiuntamente con l’Università del Cairo.

Immagini dell’ultima scoperta.

Lunedì 8 Gennaio, il Segretario Generale del Consiglio Supremo delle Antichità, Mostafa Waziri, ha annunciato il ritrovamento di alcune nuove sepolture nella parte orientale della necropoli di El-Bahnasa risalenti sia al periodo tolemaico (305-30 a.C.) che a quello romano (30 a.C.-641 d.C.). Le tombe presentano uno stile inedito di sepoltura. Si tratta di tombe a pozzo in pietra, scavate direttamente nella roccia, terminanti con una porta sigillata con mattoni di fango che conduce ad un ampio vano. I sarcofagi si trovano in questa grande stanza.

Alcuni erano vuoti mentre altri contenevano mummie ricoperte con cartonnage policromi. In totale le mummie individuate sono state 23, due delle quali presentavano in bocca delle lingue d’oro, una pratica intesa a garantire ai defunti la possibilità di comunicare nell’aldilà e di parlare davanti alla corte del dio egizio Osiride. Gli archeologi hanno trovato pratiche di sepoltura simili in altre aree dell’Egitto, come la scoperta del febbraio 2021 presso il tempio Taposiris Magna ad Alessandria.

Una particolarità di questa scoperta sono, inoltre, le statue in terracotta, uniche nel loro genere, che rappresentano la dea Iside-Afrodite, adornata con una ghirlanda di fiori e una corona in testa. Iside-Afrodite rappresenta una fusione tra le caratteristiche divine della dea Iside e gli elementi di bellezza associati ad Afrodite. Allineandosi con gli antichi modelli faraonici, Iside-Afrodite era la divinità legata al matrimonio e al parto, incarnando così aspetti legati al concetto di “rinascita”.

È interessante notare che il termine “terracotta” si riferisce alle statue realizzate in argilla cotta, apparse in Egitto in epoca tarda, sotto l’influenza della civiltà greca. Questa industria iniziò in Egitto nel VI secolo a.C., sotto la guida dei Greci, e il suo centro era nella città di Naucratis (l’attuale regione di Abu Qir) nel delta del Nilo. Generalmente, le estremità di queste statue venivano realizzate separatamente; quindi, assemblate e fissate alla parte principale.

Il direttore del Dipartimento Centrale per le Antichità Egiziane, dott. Adel Okasha, ha anche rivelato che la missione ha rinvenuto sigilli in terracotta con frammenti di papiro e contenitori per sostanze profumate.

Il team ha trovato anche una serie di blocchi di pietra decorati con disegni di piante, grappoli d’uva e raffigurazioni di animali e uccelli come piccioni e cobra “fornendo preziose informazioni sulla vita quotidiana e sul significato culturale di Al-Bahnasa nei tempi antichi”, ha spiegato il dott. Hassan Amer dell’Università del Cairo. Probabilmente appartengono ad un edificio non ancora individuato.

Questa scoperta archeologica ci permette di comprendere meglio i rituali e le credenze funerarie dell’epoca, nonché le influenze della civiltà greca sull’arte e sulla cultura egizia. Un vero tesoro che ci trasporta nel passato e ci stupisce per la sua bellezza e significato storico.

Fonte

Claudio Lombardelli

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