Quando la realtà storica incontra la teologia: l’Esodo

L’Esodo – Mito o realtà? Lo potremo definire come un saggio breve, una ricerca puntuale e precisa su un argomento che potrebbe risultare semplice e banale ma che, ad un’analisi più attenta, non lo è affatto.

Copertina del libro.
Fonte: www.harmakisedizioni.org/

Come spesso accade nelle nostre ormai convulse vite, ci sembra di conoscere tutto quanto abbiamo già incontrato durante i nostri studi ma, se si scava un po’ più affondo, ci si rende conto che quella conoscenza è spesso soltanto una crosta superficiale.

Chi è che non conosce le vicende che vengono narrate nel secondo libro della Bibbia? Per non parlare della figura di Mosè, delle celebri dieci piaghe d’Egitto e della fuga del popolo ebraico attraverso il Mar Rosso.

Fin dalle scuole elementari questi temi sono giustamente trattati e resi noti. Ma vi siete mai soffermati a pensare se ciò che viene presentato nel secondo libro del Pentateuco è soltanto un mito? E se ci fosse un fondo di verità?

Pietro Testa con la sua ricerca, edita da Harmakis Edizioni (2020), cerca di fare un po’ di chiarezza su questo tema assai dibattuto.

Lui, meglio di altri, può mettere un po’ di ordine dato che ha già pubblicato numerosi volumi e articoli su vari temi di Egittologia. Negli anni ’80-’90 ha preso parte a dieci missioni con la Cooperazione Tecnica per i paesi in Via di Sviluppo al Cairo. Inoltre ha collaborato con la prof.ssa Edda Bresciani.

In questa sua ricerca l’autore ripercorre, in nemmeno cento pagine, il mito della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana, ricorrenza che ancora oggi è celebrata nella Pèsach (o Pesah), ossia la Pasqua ebraica.

In modo chiaro e scorrevole, lo scrittore si rivolge ad un pubblico ampio passando in rassegna brevemente quella che era la situazione dello “straniero” nell’antico Egitto. Si sofferma, inoltre, sulla linea difensiva orientale e soprattutto descrive la situazione degli Israeliti in Egitto.

Inoltre si passano in rassegna i passaggi cruciali presentati nel libro dell’Esodo. In tale contesto l’autore ovviamente rievoca la figura di Mosè e delle dieci piaghe delle quali presenta anche una spiegazione razionale considerando le nozioni e le conoscenze che attraverso gli anni studiosi sono riusciti ad indagare.

Trattando in parallelo gli avvenimenti raccontati nell’ antico libro e cercando agganci con le scarsissime testimonianze archeologiche, si arriva infine alla conclusione dell’autore.

In realtà, più che di una vera e propria conclusione su questa annosa questione che ha diviso e continua a dividere storici e teologici, l’autore guida il lettore ad una serie di considerazioni. Quella che più mi ha colpito è che, su tali questioni frequentemente si cerca di dare una spiegazione razionale a ciò che di base non lo è.

In questo caso il libro dell’Esodo non è scritto con l’obiettivo di essere un resoconto di quella che potrebbe essere stata una pagina sicuramente importante sia per la storia del popolo d’Israele che per l’antico popolo del Nilo.

L’Esodo, scritto secoli dopo rispetto agli avvenimenti narrati, dovrebbe semplicemente essere visto come un esempio di verità teologica che non va confusa con la verità storica.

Infatti, come afferma l’autore: “La teologia, di per sé, non potrà mai supportare la storia, sostituendosi ai dati documentari mancanti: ciò vorrebbe dire fare della cattiva storia, e oltretutto della pessima teologia”.

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Claudio Lombardelli

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