Missione: SALVARE Abu Simbel!

22 Febbraio, alba al tempio di Abu Simbel. Centinaia di persone stanno per assistere ad uno spettacolo straordinario, che si verifica da oltre 3000 anni. I raggi di luce filtrano all’interno del tempio fino ad illuminare le statue di Ramses II e delle divinità. Purtroppo, negli anni ’60, si è corso il rischio che questo fenomeno, il “Miracolo del Sole”, scomparisse per sempre. Un’equipe internazionale accorse in Egitto con un unico scopo: il salvataggio dei templi di Abu Simbel.

Articolo pubblicato il 22 Febbraio 2017 sul sito online www.radiogiornale.info

Il tempio di Abu Simbel.
Fonte: www.nauticareport.it

Scoperta e struttura del tempio di Abu Simbel

Abu Simbel è un colossale tempio, situato sulla riva occidentale del lago Nasser ad Assuan, l’antica Nubia.

Fatto costruire dal potente Faraone Ramses II, aveva lo scopo d’intimidire i vicini Nubiani e commemorare la vittoria nella battaglia di Qadesh.

Questo sito archeologico è stato scoperto nel 1813 dall’archeologo svizzero J.L. Burckard; fu però un italiano il primo che riuscì ad entrarvi, nel 1817: Giovanni Battista Belzoni.

Il complesso, il più famoso di tutto l’Egitto dopo le Piramidi di Giza, è composto da due templi scavati nella roccia.

Il maggiore è dedicato a Ramses II e sulla facciata spiccano le quattro statue del Faraone, alte 20 metri, in cui il sovrano indossa la corona dell’Alto e del Basso Egitto.

L’altro tempio, anch’esso di significative dimensioni (sebbene più piccolo rispetto al primo!), fu fatto costruire in onore della Grande Sposa Reale Nefertari e dedicato alla Dea Hathor.

E’ l’unico tempio egizio in cui una regina ha la stessa importanza del Faraone; lo stesso Ramses lo fece incidere nei rilievi della facciata: “la casa dai milioni di anni; nessuna costruzione simile è mai stata scavata“.

Abu Simbel-Tempio di Nefertari
Fonte: www.nauticareport.it

Gli architetti egizi calcolarono l’orientamento del tempio maggiore in modo tale che, due volte l’anno, il 20 ottobre (giorno dell’incoronazione) ed il 20 febbraio (giorno della nascita di Ramses), i primi raggi del sole filtrassero all’interno del tempio.

Avrebbero raggiunto il Santuario e illuminato i volti delle statue lì presenti: quella del Faraone Ramses II e delle divinità Ptah (Dio dell’arte e dell’artigianato), Amon-Ra (Dio del sole e padre degli Dei) e Ra (falco con il disco solare).

Gli antichi Egizi credevano che, in questo modo, i raggi del sole avrebbero ricaricato di energia la figura del Faraone, per l’eternità.

Il salvataggio del tempio

Negli anni ’60 l’umanità ha rischiato di perdere questo straordinario spettacolo, definito ormai il “Miracolo del Sole”!

In quegli anni, infatti, il governo egiziano diede inizio ai lavori per la costruzione della diga di Assuan; il lago che ne sarebbe derivato avrebbe inondato tutta la zona con oltre venti templi.

Fra cui, proprio quelli di Abu Simbel.

Grazie all’intervento dell’UNESCO, cinquantuno nazioni accorsero in Egitto, tutte con una comune missione: il salvataggio di Abu Simbel!

Il trasporto di Abu Simbel
Fonte: www.nauticareport.it

Fra le varie proposte, l’unica realmente praticabile (anche se molto difficile), era quella di tagliare i due templi in grandi blocchi e spostarli più in alto di almeno 65 metri e 300 metri verso l’interno.

All’inizio del 1964, un’equipe internazionale, composta da Egitto, Svezia, Francia, Germania e Italia (gli uomini, infatti, erano guidati da esperti cavatori di marmo di Carrara e Mazzano), diede il via a questa impresa, un trasporto che potremmo definire faraonico.

Utilizzando filo d’acciaio e motoseghe “affettarono” la montagna adeguando ogni taglio in modo da ridurre al massimo i danni: un taglio lungo un naso o un occhio avrebbe potuto provocare crepe irreparabili.

Uno ad uno tutti i blocchi vennero numerati e trasportati, aggirando la montagna.

Le grandi teste del tempio di Abu Simbel
Fonte: www.nauticareport.it

Nell’agosto del 1966, a trasporto ultimato, le acque del Nilo inondarono il sito per sempre.

La sfida, però, non era ancora terminata!

Bisognava, infatti, ricomporre i monumenti, cercando di replicare l’orientamento del tempio maggiore, permettendo così al “Miracolo del Sole” di continuare a verificarsi.

Non solo, ma bisognava anche ricostruire la montagna che circondava e ricopriva l’edificio. Infatti, non si poteva posizionare direttamente i massi sul soffitto, in quanto si rischiava di distruggere l’intera struttura. Gli ingegneri decisero, allora, di costruire una cupola in calcestruzzo armato posta appena sopra al monumento, che avrebbe sostenuto il peso della roccia senza gravare sul tempio.

Il 31 ottobre 1968, quattro anni dopo l’inizio di questa impresa, il progetto fu completato; al tempio venne ridato il suo antico splendore.

Sembrava fosse stato lì da sempre!

22 fabbraio: per gli ingegneri e i tecnici era arrivato il momento della verità.

I primi raggi del sole entrarono nel tempio ed andarono ad illuminare i volti delle statue di Ramses II e delle divinità Ptah, Amon-Ra e Ra.

L’orientamento era stato mantenuto e il “Miracolo del Sole”, anche se slittato di un paio di giorni, si stava avverando davanti a loro, proprio come aveva fatto per 3000 anni e come farà per tutta l’eternità.

Il “Miracolo del Sole”.
Fonte: www.nauticareport.it

Elena Cappannella

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