Le analisi sulla mummia del nobile Khuwy sembrano stravolgere quanto sappiamo sulla mummificazione

Una delle più affascinanti tecniche praticate nell’antico Egitto è senz’altro la mummificazione. Un articolo appena pubblicato su The Guardian riporta le ultimissime analisi condotte sulla mummia del nobile Khuwy, scoperta nel 2019, che sembrano evidenziare un’imbalsamazione molto più avanzata di quanto ci si aspettasse. Di ben 1000 anni.

Uno studioso esamina la mummia del nobile Khuwy.
Fonte: www.theguardian.com
Se questa è davvero una mummia dell’Antico Regno,
tutti i libri sulla mummificazione e la storia dell’Antico Regno dovranno essere rivisti.
Dott.ssa Salima Ikram

Risale ormai a più di due anni fa l’annuncio della scoperta della tomba di Khuwy, un nobile di alto rango vissuto durante l’Antico Regno (dal 2575 a.C. al 2150 a.C.).

Era infatti il 2 aprile del 2019 quando il Dr. Mostafa Waziri annunciò la scoperta di una tomba di 4.500 anni fa, la cui struttura ricordava più una sepoltura reale che quella di un nobile.

Oggi, 24 Ottobre 2021, Khuwy sembra riservare ancora grosse sorprese.

La sua mummia questa volta.

Gli archeologi, infatti, sono rimasti stupiti dalle avanzate tecniche di mummificazione utilizzate per preservare il corpo, che ritenevano essersi sviluppate solo molto più tardi nella storia dell’antico Egitto.

In particolare, le tecniche utilizzate includevano l’uso di costose resine a base di linfa e bende di fine lino.

Tecniche precedentemente ritenute praticate ben 1.000 anni dopo gli anni in cui visse il nobile Khuwy.

Sembra sorpresa dalla notizia addirittura la dottoressa Salima Ikram, professoressa di Egittologia presso l’Università americana del Cairo.

Per gentile concessione della dott.ssa Salima Ikram. Scattata da Ann Williams.

Al The Guardian ha infatti affermato: “Se questa è davvero una mummia dell’Antico Regno, tutti i libri sulla mummificazione e la storia dell’Antico Regno dovranno essere rivisti.”

Secondo la dott.ssa Ikram, infatti, le nostre conoscenze sulla mummificazione dell’antico Egitto facevano pensare a tecniche relativamente semplici, con essiccazione di base, nessuna rimozione del cervello e, solo occasionalmente, quella degli organi interni.

Anche l’uso delle resine in mummie di quel periodo risultava limitata.

Ovviamente, la mummia del nobile Khuwy, più simile a quelle trovate 1.000 anni dopo, piena di resine e tessuti di fine lino, potrebbe capovolgere completamente la nostra comprensione dell’evoluzione della mummificazione.

Il documentario di National Geographic

“Con ogni nuovo corpo che gli archeologi scoprono, la storia delle mummie d’Egitto diventa più chiara”.

E’ quanto si afferma in uno degli episodi della nuova serie di documentari firmata National Geographic.

Lost Treasures of Egypt.

Questo è il titolo del programma che inizierà il 7 novembre.

Prodotto da Windfall Films, le telecamere seguono gli archeologi internazionali durante la stagione degli scavi in Egitto.

Anticamera decorata della tomba di Khuwy.
Fonte: Mohamed Megahed – Hana Vymazalová, The tomb of Khuwy at Djedkare’s royal cemetery at South Saqqara. Preliminary report on the 2019 spring season, (2019), PES XXIII

Di Khuwy, delle indagini sulla datazione e l’analisi dei resti se ne parlerà nel quarto episodio, intitolato Rise of the Mummies, in onda il 28 novembre.

Ovviamente sarà presente anche la dott.ssa Salima Ikram insieme al collega archeologo Dr Mohamed Megahed, autore della scoperta della tomba nel 2019.

Carolyn Payne, commissioning editor di National Geographic, ha detto che ciò che rende questa serie così insolita è che segue un intero gruppo di archeologi per tutta la stagione di scavi.

A questo punto, non resta che seguire questa interessante serie di documentari per capire come e quali analisi sono state condotte sulla mummia del nobile Khuwy.

Analisi che sembrano poter riscrivere la storia della mummificazione egizia.

Fonti

Elena Cappannella

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