Egittomania, un fenomeno ancora attuale

L’Egittomania è uno dei fenomeni culturali più importanti del secolo scorso che ha influenzato tutte le arti, figurative e non. E che troviamo ancora oggi in moltissimi aspetti della nostra vita.

Mostra della ricostruzione di una delle stanze della tomba del Re Sethy I presso la Sala Egizia a Londra di Giovanni Belzoni, 1821. Litografia nella British Library. Add. SM. Crach I Tab 4.b.4. vol.14, f.262.
Fonte: Stephanie Moser, (2015), Reconstructing Ancient Worlds: Reception Studies, Archaeological Representation and the Interpretation of Ancient Egypt, Archaeol Method Theory, 1263–1308

La storia dell’Egittomania

L’interesse per l’Oriente e, in particolare, per l’antico Egitto, è presente fin dall’antichità.

Chiaro esempio ne è la Piramide Cestia a Roma città che, fra l’altro, conserva anche il maggior numero di obelischi al mondo.

Negli anni, però, questo interesse si è come sopito.

Apparentemente in realtà, perché è poi bastata una piccola scintilla per dar vita ad un fenomeno culturale importantissimo, che ha influenzato tutte le arti successive: dalla moda, al cinema, alla letteratura, all’architettura.

Ovviamente, questo fenomeno è l’Egittomania, mentre la scintilla è la spedizione militare francese in Egitto avvenuta tra il 1798 e il 1801.

Napoleone, infatti, fece affiancare il suo esercito da un gruppo di 167 studiosi, appartenenti alla “Commissione delle Scienze e delle Arti”.

Chimici, fisici, naturalisti, ingegneri, disegnatori, architetti che scrissero dei resoconti su quanto vedevano, sia per quanto riguarda i reperti antichi che l’Egitto di allora.

Tutto ciò confluì in un’opera magna, la “Description de l’Egypte”.

Il volume ebbe un notevole successo, soprattutto di pubblico, perché risvegliò improvvisamente l’interesse europeo per l’Egitto faraonico.

Iniziò da qui anche la corsa alle scoperte archeologiche.

Henry Salt, Ippolito Rosellini, Giovanni Battista Belzoni e tanti altri iniziarono a scavare in Egitto, a cercare (e spesso trovare!) reperti antichi che da lì raggiungeranno l’Italia e tutta Europa.

Nasce in questo periodo l’Egittologia.

Tutte le informazioni, le immagini e le antichità contribuiranno poi a scatenare un enorme interesse che andrà ad influenzare tutte le arti.

È proprio in questo momento che nasce l’Egittomania che, se possibile, venne addirittura amplificata negli anni Venti del ‘900. Precisamente ciò accadde nel 1922, con la scoperta della tomba intatta del Faraone Tutankhamon da parte di Howard Carter.

L’influenza egizia nelle arti

Lo stile egizio influenzò tutto, al punto tale che per la tarda aristocrazia era l’apice della moda avere oggetti “egittizzanti”.

Tralasciando chi si serviva del mercato illegale di reperti rubati, vennero realizzati mobili, candelabri, zuccheriere a forma di sfinge e faraoni, orologi a pendolo.

  • Gli oggetti “egittizzanti”
L’orologio Cartier del 1927.
Fonte: www.cbsnews.com

Tra questi ultimi, molto famoso è l’Orologio di Cartier del 1927, che nelle fattezze riprende il portale del dio Khonsu a Karnak (una similitudine già incontrata tempo fa in un particolare monumento N.d.R.)

All’epoca, si ispirarono alla moda egizia anche alcune pettinature, abiti con disegnati geroglifici (anche se senza significato!) ed il trucco.

  • Il trucco

Alcuni materiali, come il kohl, vengono usati ancora oggi. Ma anche delle tecniche si sono tramandate, come quella, tutta egizia, di mettere l’eyeliner verso l’esterno con lo scopo di allungare la linea dell’occhio.

  • La pittura e l’opera lirica

Anche la pittura subì l’influenza dell’antico Egitto.

Tra tutte, splendida è l’opera “La morte di Cleopatra” di Rixens del 1874.

Morte di Cleopatra di Rixens del 1874.
Fonte: deaminerva.blogspot.com

Come non citare poi l’ “Aida”, l’opera lirica di Giuseppe Verdi, ambientata in Egitto.

Basata su un soggetto originale dell’archeologo Auguste Mariette, venne commissionata per celebrare l’apertura, nel 1869, del canale di Suez.

  • I romanzi

Tanti, anche i romanzi: testi di Chateaubriand, Flaubert fino ad arrivare, più recentemente, ai romanzi dell’egittologo Christian Jacq.

Di tutt’altro genere, è il romanzo di Anne RiceLa mummia”.

Questo fa riflettere su un particolare importante: l’Egittomania è un fenomeno tipico non solo del 1800, ma anche della nostra infanzia e, soprattutto, ancora molto attuale.

  • La moda
La sfilata della collezione Metiers D’Art 2018/19 di Chanel al Metropolitan Museum of Art di New York, 4 dicembre 2018.
Fonte: www.ilpost.it

Ritroviamo lo stile egizio, infatti, anche durante recenti sfilate di famosi stilisti.

Da Dolce e Gabbana a Dior, da Givenchy nel 2016 alla sfilata di Chanel nel 2018 a New York con una scenografia splendida.

Per concludere con la sfilata della collezione primavera/estate 2020 di Zahir Murad.

  • Il cinema

Il cinema, una delle espressioni artistiche più potenti, che vide la sua luce proprio negli stessi anni dell’Egittomania (1885), non poteva non esserne influenzato.

E allora ecco, innumerevoli film storici, come quelli su Cleopatra: nel 1917, nel 1934 (con John Carradine e Claudette Colbert) ed infine, quello più famoso, nel 1964 con Liz Taylor e Richard Burton.

Non solo, ma influenzati dalla “maledizione di Tutankhamon”, iniziarono ad uscire innumerevoli film dell’orrore.

Uno su tutti: “La mummia”.

I più giovani ricorderanno sicuramente il remake del 1999 con Brendan Fraser, ma gli appassionati conosceranno anche la versione del 1932 con un magistrale Boris Karloff.

La mummia, film con Boris Karloff del 1932.
Fonte: wikimedia.org

A sottolineare ancora come questo fenomeno sia tremendamente attuale, uscì nel 2019 un altro film omonimo con Tom Cruise.

  • L’architettura

Last, but not least, lo stile egizio influenzò anche l’architettura.

In Francia si concentrò principalmente sulla decorazione di mobili e soprammobili, ma in altre parti d’Europa (e non solo!) sono ancora ben visibili degli esempi veramente impressionanti.

Ponte egiziano di San Pietroburgo.
Fonte: visitaresanpietroburgo.it

A partire dal Ponte Egiziano di San Pietroburgo del 1826/1827, per andare a Nashville in Tennessee dove si trova la Downtown Presbiterian Church del 1851, fino a tornare a casa nostra, in Italia.

Precisamente a Napoli, dove si trova lo splendido Mausoleo Schilizzi del 1839.

Downtown Presbyterian Church a Nashville.
Fonte: www.ronnylightphoto.com
Mausoleo Schilizzi a Napoli.
Fonte: www.napoli-turistica.com

Restando in Italia, esiste una particolare cappella di famiglia, già descritta in questo blog un po’ di tempo fa.

E’ la Piramide della famiglia Basili-Luciani, costruita nel cimitero di Montefiascone, proprio alla fine dell’800.

La Piramide Basili-Luciani.
Ph. Elena Cappannella

Anche questo monumento, come accennato prima con l’Orologio di Cartier, ricorda il portale di Khonsu a Karnak.

Cosa da sottolineare, però, è che questo edificio è sicuramente un chiaro esempio di come questo particolare fenomeno culturale, l’Egittomania, si sia diffuso ovunque ed abbia influenzato anche un piccolo paese (se confrontato con il resto del mondo!) come Montefiascone, in provincia di Viterbo.


Per leggere altre interessanti informazioni sul fenomeno dell’Egittomania, andate alla nuovissima sezione Corsi e ricorsi storici – l’Egittomania all’interno della Raccolta Bibliografica.


Clicca QUI per il video “Egittomania” in collaborazione con AnubiTV.

Fonti

Elena Cappannella

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