Analizzate una dozzina di mani mozzate ritrovate nel 2011

Risale al 2011 la scoperta, nel cortile di un palazzo Hyksos ad Avaris, di numerose mani destre mozzate. Su quelle che probabilmente erano dei trofei di guerra che i soldati portarono al loro sovrano gli studiosi hanno effettuato, per la prima volta, analisi tafonomiche e biologiche. I risultati a fine marzo sono usciti sulla rivista Scientific Report.

2011

Nel 2011 un gruppo di archeologi tedeschi e austriaci portò alla luce, all’interno di tre fosse nel cortile di un palazzo Hyksos ad Avaris (nel nord-est dell’Egitto), numerose mani destre mozzate.

Secondo gli studiosi queste ultime apparterrebbero come minimo a 12 adulti, anche se la scoperta di più mani e dita incomplete li portò a pensare che nel sito potrebbero essere esistite fino a 18 mani in totale.

Questa scoperta fu la dimostrazione che la pratica di recidere le mani destre dei nemici fu introdotta in Egitto dagli Hyksos.

Circa cinquant’anni prima di quanto raffigurato in iscrizioni e rilievi in tombe e templi egizi appartenenti al Nuovo Regno.

Iscrizione nella tomba di Ahmose a El-Kab.
Fonte: www.nature.com

Oggi

Il 31 marzo 2023 su Scientific Report è uscito un articolo in cui gli archeologi, guidati dalla paleopatologa Julia Gresky dell’Istituto archeologico tedesco di Berlino, hanno pubblicato i risultati di studi condotti sulle mani mozzate.

Questa è la prima volta che gli studiosi hanno condotto analisi tafonomiche e biologiche su questo particolare tipo di reperti.

Dallo studio si evince innanzitutto che le mani sembrano appartenere ad almeno undici uomini e forse a una donna.

Quindi, “le donne e la guerra non erano mondi a parte”, come hanno osservato gli archeologi nell’articolo.

Per quanto riguarda la tafonomia, invece, quest’ultima esamina i corpi e le parti del corpo dopo la morte, valutando la conservazione, la decomposizione e i processi di fossilizzazione.

La mutilazione e il posizionamento

In condizioni “normali”, può accadere che parti del corpo, per inondazioni o a causa dall’erosione, si separino nel tempo da esso.

In questo caso, però, i ricercatori ritengono che le mani possano essere state deliberatamente mozzate e accuratamente posizionate.

Con le dita larghe e il palmo rivolto verso il basso.

Le ossa carpali della fila prossimale, 8 piccole ossa che collegano le mani agli avambracci, sono risultate intatte in 6 delle 12 mani esaminate.

Mutilare le persone senza riguardo per la loro sopravvivenza è spesso fatto recidendo il braccio in qualsiasi posizione anatomica”, scrivono gli autori nell’articolo.

Quindi, i responsabili della mutilazione sono stati così attenti da staccare solo la capsula articolare e poi i tendini che attraversano il polso.

Ma non è tutto.

Quando le mani sono state scoperte nelle fosse, infatti, erano ancora “morbide”.

Questo ha portato i ricercatori a pensare che gli antichi hanno sepolto i resti prima dell’inizio del rigor mortis o immediatamente dopo.

Quest’ultimo inizia poche ore dopo la morte e, nel caso delle mani, comunemente da 6 a 8 ore dopo la morte.

Quindi, gli scienziati hanno concluso che gli individui furono probabilmente smembrati durante o poco prima di una cerimonia; le mani sono poi state poste nella fossa una volta passato il rigor mortis.

In definitiva, queste mutilazioni erano un trofeo preso dal campo di battaglia dopo una vittoria o una punizione a seguito di una trasgressione?

Come ben argomentato nell’articolo “la posizione, il trattamento e possibilmente il posizionamento delle mani mozzate” dimostrano come la seconda ipotesi (la punizione) sia molto improbabile.

Infatti, le fosse in cui si trovavano le mani era nel grande cortile del palazzo, di fronte alla sala del trono.

Quindi gli studiosi sono più portati a pensare che questi macabri reperti non erano altro che “trofei di guerra” dei nemici che i soldati portarono al loro sovrano.

Non solo, ma una posizione così visibile agli occhi della gente potrebbe essere una testimonianza di quanto fosse diffusa, negli anni del dominio Hyksos, questa pratica di recuperare dei “trofei” dai campi di battaglia.

Fonti

Elena Cappannella

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *