“Screaming woman mummy”: la verità svelata

All’interno della cache reale di Deir-el-Bahari (DB320) vennero scoperte innumerevoli mummie reali. Fra queste, due avevano la bocca aperta, “congelate” in quello che sembra essere un urlo di terrore. E’ possibile che entrambi abbiano subito lo stesso destino? Uno studio sembra aver svelato la storia della “Screaming woman mummy”.

Screaming woman mummy.
Fonte: see.news

La scoperta

Nel 1881, dopo una lunga indagine sul traffico illegale di reperti, venne alla luce il nascondiglio reale di Deir-El-Bahari, noto come DB320.

Qui, i sacerdoti della ventunesima e ventiduesima dinastia nascosero molte mummie reali per salvaguardarle dai ladri di tombe.

Due avevano una posizione così particolare da attirare l’attenzione degli studiosi; entrambe, un uomo ed una donna, avevano la bocca aperta, come se al momento della morte li colse una grande paura, “congelandole” in modo spaventoso.

Studi recenti sulla mummia maschile hanno permesso di identificarla nel principe Pentawere, figlio di Ramses III risolvendo, conseguentemente, un omicidio irrisolto di 3000 anni fa.

Il Faraone venne infatti ucciso proprio dal figlio, a seguito di quello che viene conosciuto come “il complotto dell’harem”.

L’assassino venne costretto a suicidarsi e condannato all’inferno dopo la morte; gli egizi, infatti, non mummificarono il suo cadavere, ma lo avvolsero in una pelle di pecora, considerata impura.

L’identità della Screaming woman mummy

La mummia femminile, invece, risulta ancora sconosciuta, nonostante gli studiosi abbiano ritrovato dei rotoli di lino che riportano la seguente dicitura: “Figlia Reale, Sorella Reale Meret Amon”.

Tuttavia, poiché conosciamo diverse principesse nella storia egizia con tale nome (per esempio, la figlia del Faraone Ramses II), non possiamo essere certi della sua identità, impedendoci così di darle un nome definitivo.

La Screaming woman mummy oltre ad avere la bocca aperta, aveva anche una posizione particolare. Infatti, l’hanno ritrovata con la testa inclinata verso destra e una gamba piegata.

E’ mai possibile che possa aver subito lo stesso triste destino del principe Pentawere?

I risultati delle analisi

Per risolvere tale mistero Zahi Hawass, famoso egittologo ed ex Ministro delle Antichità Egiziane, insieme al dott. Sahar Saleem, professore di radiologia all’Università del Cairo, ha condotto sulla mummia delle analisi di Tomografia Computerizzata (TC), utilizzando un macchinario presente al Museo Egizio del Cairo.

I risultati hanno mostrato che la donna è morta intorno ai sessant’anni di età e, soprattutto, che ha ricevuto un perfetto processo di mummificazione. Tutte le viscere, tranne il cervello, sono state rimosse, resine e profumi costosi sono stati utilizzati per riempire la cavità ed il corpo è stato avvolto in bianco e puro lino.

Dunque, possiamo tranquillamente affermare che le circostanze che hanno portato alla morte di questa donna furono del tutto differenti rispetto a quelle del principe Pentawere.

Ma quindi, come è morta?

La TC ha mostrato che la donna soffriva di una gravissima aterosclerosi, un’alta calcificazione delle pareti arteriose, che ha causato l’ostruzione di numerosi vasi sanguigni.

Presentavano tale patologia le arterie coronariche destra e sinistra, l’arteria del collo, l’aorta addominale ed iliaca e, infine, le arterie delle gambe.

Ancora oggi, purtroppo, questa malattia, può causare gravi infarti anche se, con farmaci e angioplastica coronarica, è possibile prevenire i danni al muscolo cardiaco.

Nell’antico Egitto erano ben conosciuti gli attacchi di cuore e nel famoso papiro medico Ebers si descrive proprio tale sintomatologia; termina, però, con queste tristi parole: “Il medico dovrà informare il paziente che la morte si avvicina”.

Gli studiosi hanno quindi ragionevolmente ipotizzato che la Screaming woman mummy è morta improvvisamente a seguito di un infarto, causato da questa grave patologia.

La morte ha fatto sì che la donna assumesse la posizione nella quale è stata poi ritrovata (con la testa inclinata e la gamba piegata) e che i muscoli della mascella si rilassassero, causando l’apertura della bocca.

Tristemente, è altamente probabile che il cadavere della donna sia stato ritrovato molto tempo dopo il decesso, quando ormai il rigor mortis (che subentra pochi secondi dopo la morte) aveva ormai irrigidito tutti i muscoli.

E’ per questo motivo che gli imbalsamatori non poterono rilassare il corpo conferendogli la posizione convenzionale, ma furono costretti a lasciarla nello spaventoso modo in cui poi è stata ritrovata.

Hawass, il dott. Saleem e il resto del team che prendono parte all’Egyptian Mummy Project condurranno in futuro altre analisi su questa mummia fra cui, il test del DNA che, si spera, possa aiutarci ad identificarla con certezza.


Per leggere l’articolo originale, potete andare alla Raccolta Bibliografica nella sezione “La Chimica nel Processo di Mummificazione“, aggiornata per l’occasione.

Fonti

Elena Cappannella

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