Il pugnale che viene dallo spazio

E’ mai possibile che un oggetto rinvenuto nella tomba di uno dei più famosi Faraoni della storia d’Egitto possa avere un’origine extraterrestre? Per tanto tempo gli studiosi hanno cercato una risposta a questo affascinante quesito. Finalmente, nel 2016, siamo riusciti a capire la provenienza dello splendido pugnale ritrovato, nel 1925, all’interno del sarcofago di Tutankhamon.

Fonte: Comelli et al. (2016)
“Ferro caduto dal cielo”.

Così gli antichi Egizi descrivevano i meteoriti in un frammento, dimostrando come fossero ben consapevoli dell’esistenza di rari pezzi di ferro, che cadevano dal cielo. Anticipando, come spesso avviene quando si parla di questa civiltà, la cultura occidentale di più di due millenni.

Quando nel 1925 Howard Carter aprì il sarcofago del Faraone Tutankhamon trovò, nascosti fra le bende della mummia, ben due pugnali; uno, sull’addome, aveva una lama d’oro, mentre l’altro, a livello della coscia destra, ne aveva una di ferro. Quest’ultimo, finemente fabbricato, con un’impugnatura in oro lavorata, un pomo di quarzo ed una guaina d’oro decorata, ha catturato l’interesse di tutti, archeologi e storici.

Estremamente comprensibile, considerando che il ferro a quell’epoca (Età del Bronzo) era una rarità per gli antichi Egizi. Pochi, infatti, sono i manufatti in ferro ritrovati e neanche di buona fattura, al punto che gli scienziati ritenevano che il popolo del Nilo non avesse una grande capacità di lavorazione del ferro.

E quindi, come spiegare la presenza di un simile splendore?

I due pugnali ritrovati nel sarcofago di Tutankhamon.
Fonte: repubblica.it

Le prime analisi effettuate sul pugnale

Si aprì una diatriba fra vari studiosi che sostenevano opposte opinioni. Da una parte, c’era chi era convinto che il pugnale fosse stato realizzato dagli Egizi utilizzando ferro meteoritico; dall’altra, c’era chi riteneva potesse essere un dono reale da parte dei paesi vicini, dove il ferro e la sua lavorazione erano maggiormente sviluppati.

Poche sono state le analisi condotte per risolvere la questione, anche a causa delle tecniche invasive di quegli anni; e comunque, i risultati furono contraddittori.

Nel 1973, in base all’alta concentrazione di nichel ritrovata, Bjorkman sostenne l’origine meteoritica del pugnale del Faraone bambino; risultati diametralmente opposti si ottennero a seguito di un’analisi ai raggi X condotta nel 1994 da Helmi e Barakat.

La nuove analisi del Politecnico di Torino

Tutto è rimasto in sospeso fino al 2010: a seguito della scoperta di un rarissimo “cratere lunare”, infatti, si tornò a parlare dell’ancora irrisolto mistero del pugnale di Tutankhamon.

Fu proprio in questa occasione che Francesco Porcelli, professore di Fisica al Politecnico di Torino e, fino al 2014, addetto scientifico all’ambasciata italiana al Cairo, avviò un progetto di studio per condurre nuove analisi sull’antico reperto.

Negli ultimi anni, la fluorescenza a raggi X (XRF) ha anche subito un notevole miglioramento, permettendo di ottenere dei buoni risultati, effettuando analisi non distruttive volte alla preservazione dell’oggetto antico.

Gli affascinanti risultati

Questa analisi all’avanguardia condotta, in collaborazione con il Museo del Cairo e con l’Università del Fayyum, dagli esperti sui meteoriti dell’Università di Pisa, dal CNR, dai Politecnici di Milano e Torino e dalla ditta XGLab, ha individuato la composizione chimica della lama di ferro del pugnale, esposto al Museo Egizio del Cairo: nichel al 10% e cobalto allo 0.6 %.

Le concentrazioni tipiche proprio dei meteoriti metallici!

Questi risultati, pubblicati sulla rivista Meteoritics and Planetary Science nel 2016, hanno messo la parola “fine” ad una diatriba durata 90 anni.

Soprattutto, è stato dimostrato quanto valore gli antichi Egizi attribuissero al ferro meteoritico per la produzione di oggetti ornamentali e cerimoniali. E’ realistico affermare che per questo antico popolo un “ferro caduto dal cielo” fosse un dono divino; un metallo talmente sacro che un pugnale realizzato con esso potesse essere addirittura preteso da Tutankhamon, come collegamento fra il Faraone stesso e le divinità.

Non solo; a differenza di quanto si credeva, questo studio ha anche evidenziato l’enorme livello raggiunto nella lavorazione del ferro già all’epoca di Tutankhamon (XVIII dinastia).

Testimoniato, appunto, dalla perfetta manifattura del pugnale.


Per leggere l’articolo originale vai alla nostra “Raccolta Bibliografica”, sezione Analisi ferro meteoritico.

Fonti

  • Comelli et al. (2016), The meteoritic origin of Tutankhamun’ s iron dagger blade, Meteoritics & Planetary Science 51, Nr 7

Aggiornamento 2022

L’11 febbraio del 2022 un nuovo studio pubblicato sulla rivista Meteoritics & Planetary Science sembra dimostrare le modalità di realizzazione di questo straordinario manufatto e anche le sue origini che, molto probabilmente, non sarebbero egizie.

L’equipe del Chiba Institute of Technology in Giappone, in collaborazione col Grand Egyptian Museum, ha effettuato delle nuove analisi non invasive sul pugnale.

I risultati hanno mostrato che la lama del coltello conservava le cosiddette strutture Widmanstätten, un modello di bande di allineamento di ferro e nichel caratteristico di ottaedriti, il tipo più comune di meteoriti ferrosi.

(a) Elsa d’oro del pugnale di ferro e della relativa guaina d’oro (pannello inferiore). (b), (c) Immagini ingrandite delle aree tratteggiate.
Fonte: Matsui et al. (2022), The manufacture and origin of the Tutankhamen meteoritic iron dagger, Meteoritics & Planetary Science

Secondo gli scienziati la conservazione di tale modello esclude la fusione ad alta temperatura. Anche la perdita di gran parte dello zolfo indica un riscaldamento durante la lavorazione di circa 950 gradi, più coerente proprio con la forgiatura a bassa temperatura.

Per indagare se la loro intuizione fosse corretta, i ricercatori giapponesi hanno confrontato queste nuove analisi con un’ottaedrite trovata in Giappone nel 1890 (Shirahagi), il cui ferro è stato utilizzato per forgiare una serie di spade.

Il risultato è stato che la lama ha mantenuto il modello Widmanstätten, oltre allo sviluppo di crepe e macchie, due elementi presenti anche sul pugnale di Tutankhamon.

Inoltre, studiando le ormai note lettere di Amarna, vero e proprio archivio diplomatico, i ricercatori hanno ritrovato un chiaro riferimento ad un pugnale con una lama in ferro e un’elsa d’oro con intarsi di lapislazzuli. 

Si tratterebbe quindi di un regalo, e ad inviarlo sarebbe stato Tusratta, re di Mitanni.

Il destinatario iniziale però sarebbe stato Amenhotep III, ovvero il nonno di Tutankhamon, da cui il giovane Faraone poi lo avrebbe ereditato.

Lo studio del Chiba Institute of Technology offre un’ulteriore conferma di questa ricostruzione.

Infatti, le pietre preziose che decorano l’elsa dorata sono state attaccate alla stessa impiegando intonaco di calce.

Una tecnica che a Mitanni, negli anni in cui visse il Faraone Amenhotep, era in uso già da tempo.


Potete leggere questo nuovo articolo alla nostra “Raccolta Bibliografica”, sezione Analisi ferro meteoritico, aggiornata per l’occasione.

Fonti Aggiornamento

Elena Cappannella

2 thoughts on “Il pugnale che viene dallo spazio”

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