Dieci grandi scoperte per raccontare la storia dell’archeologia

Il libro “A come archeologia – 10 grandi scoperte per ricostruire la storia” nasce dopo il programma radiofonico “Dalla terra alla storia” andato in onda su Radio3 nel 2017. Il testo, scritto dal professor Andrea Augenti e pubblicato nel 2018 dalla Carocci editore, ha l’importante scopo di divulgare la storia dell’archeologia a tutti, anche ai non addetti ai lavori, attraverso il racconto di dieci grandi scoperte della storia.

Copertina.
Fonte: www.carocci.it

E’ possibile raccontare la storia dell’archeologia attraverso dieci grandi scoperte?

Sembrerebbe proprio di sì.

E’ quanto avviene nel testo “A come archeologia – 10 grandi scoperte per ricostruire la storia” del professor Andrea Augenti, pubblicato nel 2018 ed edito da Carocci editore.

Tutto nasce da una domanda: quanto gli archeologi sanno raccontare il fascino “vero” dell’archeologia? Che non è dato solo dalla scoperta finale di tombe o tesori!

Infatti, come scritto magistralmente dallo stesso autore nell’introduzione: “Il fascino dell’archeologia è, alla fine, quello della ricerca”.

E quindi del lavoro nelle biblioteche, nei laboratori, senza dimenticare mai quello sul campo.

Da qui ha avuto origine il programma radiofonico “Dalla terra alla storia” andato in onda su Radio3 tra giugno e agosto del 2017.

E, da quest’ultimo, è nato questo libro, con il quale il prof. Augenti ha voluto raccontare la storia dell’archeologia.

E lo ha fatto attraverso dieci scavi, dieci grandi scoperte diverse fra loro per periodo storico (si passa dalla Preistoria fino al Medioevo), per contesto geografico (sono comprese tra Europa, Asia e Africa) e, soprattutto, per temi.

Il professor Andrea Augenti, insegnante di Archeologia Medievale presso l’Università di Bologna, direttore di vari progetti di ricerca, nonché autore di diversi testi sull’argomento, in modo chiaro ed avvincente, senza inutili tecnicismi, guida i lettori attraverso un vero e proprio viaggio.

In un testo che si pone a metà tra un saggio ed un romanzo, si parte con l’origine dell’uomo, e quindi le scoperte di Lucy, in Africa, e di Otzi, meglio conosciuta come mummia del Similaun, per passare all’archeologia delle città e delle civiltà scomparse; e quindi ecco la scoperta di Troia, la villa di Settefinestre e la Cripta di Balbo.

Non poteva mancare l’archeologia funeraria con la scoperta dell’esercito di terracotta di Xi’an, il cimitero di Sutton Hoo e, ovviamente, il ritrovamento della tomba di Tutankhamon.

La “Storia di tre uomini e due zanzare”, come è intitolata nel libro.

Sì perché questa è anche la storia di uomini, ricercatori, grandi personalità senza i quali queste scoperte non sarebbero state possibili.

Si passa “dall’intraprendenza di Heinrich Schlieman alle intuizioni di Paolo Matthiae, dalla tenacia di Howard Carter e di Donald C. Johanson fino alla capacità di Andrea Carandini e Daniele Manacorda di introdurre nuove visioni, nuovi modi di fare archeologia…

Grandi scoperte, quindi, diversissime fra loro, ma accomunate tutte dall’importante ruolo che hanno avuto in archeologia.

Questo libro non solo conduce il lettore in uno straordinario viaggio fra le ricerche archeologiche, ma gli permette di comprendere appieno l’evoluzione dell’archeologia stessa attraverso il tempo.

Come scritto dall’autore nell’introduzione, infatti: “[…] con l’avvicendarsi di nuove generazioni di studiosi sono cambiati i modi d’indagine, le tecniche di scavo, e persino le domande da porre al terreno. E così, dalle famose parole pronunciate da Howard Carter per descrivere cosa vide una volta entrato nella tomba di Tutankhamon, <<Cose meravigliose>>, siamo passati a un’idea diversa di archeologia, a una consapevolezza sempre maggiore del fatto che l’archeologo non è un cacciatore di tesori, ma uno storico che interroga gli oggetti per ricostruire il passato.

Saranno poche le dieci scoperte qui raccontate per svolgere un compito così importante?

Forse, ma lo fanno a meraviglia!

Ce ne sono sicuramente molte altre, non meno interessanti e, cosa ancora più importante, ce ne saranno altrettante nascoste sotto terra. In attesa di essere scoperte.

Perché il fascino dell’archeologia è anche questo.

E’ un viaggio che non avrà mai fine.

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Elena Cappannella

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