Zahi Hawass effettua la prima scoperta del 2021 nel sito di Saqqara

L’egittologo Zahi Hawass ha annunciato ieri, sabato 16 gennaio, la prima scoperta del 2021 effettuata nel sito di Saqqara, vicino alla piramide del re Teti (VI dinastia). Secondo il famoso archeologo tale ritrovamento contribuirà a riscrivere la storia della regione durante il Nuovo Regno.

Uno dei sarcofagi ritrovati.
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass

Porta la firma dell’egittologo Zahi Hawass la prima scoperta del 2021 effettuata nel sito di Saqqara protagonista, lo scorso anno, di eccezionali ritrovamenti.

Il noto archeologo egiziano ha annunciato ieri sul suo canale Facebook la lunga lista di reperti risalenti sia all’Antico sia al Nuovo Regno che la missione, da lui guidata, ha effettuato.

I reperti ritrovati

Il team dello Zahi Hawass Center alla Bibliotheca Alexandrina, in collaborazione con il Ministero del Turismo e delle Antichità, ha portato alla luce il tempio funerario della regina Nearit, moglie (secondo altri la madre) del re Teti, sovrano della VI dinastia dell’Antico Regno.

La missione archeologica ha scoperto anche la disposizione del tempio e ritrovato tre magazzini di mattoni di fango, costruiti per conservare provviste, offerte e strumenti utilizzati per la tomba della regina.

Tra le scoperte annunciate, la più importante sembra però essere quella di 52 pozzi sepolcrali, profondi 10-12 metri, che contengono circa un centinaio di sarcofagi databili al Nuovo Regno.

Uno dei sarcofagi ritrovati.
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass

Di legno ed antropomorfi, questi reperti sono decorati con scene di divinità adorati all’epoca e vari estratti dal Libro dei Morti che avrebbero dovuto aiutare il defunto a raggiungere l’Aldilà.

Altri 50 sarcofagi sono stati ritrovati, anch’essi in buone condizioni, all’interno di un’altra cachette lì vicino.

La missione archeologica egiziana ha anche portato alla luce una lussuosa area sotterranea in mattoni di fango risalente sempre al Nuovo Regno, posta all’eccezionale profondità di 24 m sotto il livello del suolo.

La corte aperta di questo pozzo è pavimentata con lastre di pietra calcarea lucida e levigata e sembra essere il primo ad essere stato ritrovato a questa profondità.

Non solo.

I lavori sono ancora in corso, ma sembra possa essere stato preservato dai ladri.

All’interno dei pozzi sono stati portati alla luce moltissimi manufatti tra cui statue raffiguranti divinità come Osiride e Ptah-Seker-Osiride, maschere funerarie, ushabti di legno, pietra e faïence e una magnifica ascia di bronzo.

Ascia cerimoniale.
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass

Oltre a tutto ciò, sono stati rinvenuti molti giochi che il defunto avrebbe usato nell’Aldilà, come il senet (simile ai nostri scacchi) ed anche una scoperta unica nel suo genere: la missione ha infatti rinvenuto un papiro lungo quattro metri e largo uno, nel quale è descritto il Capitolo 17 del Libro dei Morti ed è anche riportato il nome del proprietario: Pw-Kha-Ef.

Il senet (gioco simile ai nostri scacchi).
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass
Il papiro di Pw-Kha-Ef.
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass

Su quattro ushabti e su un sarcofago gli studiosi hanno ritrovato proprio lo stesso nome.

In uno dei pozzi è stata anche rinvenuta una splendida stele ben conservata che rappresenta il defunto, Kha-Ptah, sorvegliante del carro militare del re durante la XIX dinastia, la moglie Mwt-em-wia, e i loro figli.

Nel registro superiore sono raffigurati l’uomo e la moglie adoranti davanti al dio Osiride, mentre la parte inferiore rappresenta il defunto seduto e dietro di lui la moglie seduta su una sedia.

Stele di Kha-Ptah.
Fonte: pagina Facebook dr. Zahi Hawass

Di fronte all’uomo e alla moglie vediamo sei delle loro figlie e figli, che sono stati raffigurati in due registri; sopra le figlie sedute che odorano i fiori di loto e sotto i figli in piedi.

Curiosamente, il defunto e la moglie, in onore del Faraone Ramses II, hanno chiamato due dei loro figli Nefertari, come l’amata moglie del sovrano, e Kha-em-waset, dal nome di uno dei figli del re, conosciuto come il primo egittologo, in quanto era solito restaurare le antichità dei suoi antenati.

Le analisi condotte

La missione ha anche condotto diverse analisi sulle mummie rinvenute e nel caso di una femminile hanno stabilito che quest’ultima soffriva di brucellosi, una malattia cronica che deriva dal contatto diretto con gli animali.

Secondo l’egittologo Zahi Hawass tutte queste scoperte contribuiscono a riscrivere la storia di Saqqara, soprattutto durante il Nuovo Regno; si ha infatti la conferma di come questa regione non fosse usata come sepoltura solo durante il periodo tardo, ma appunto anche durante la XVIII e XIX dinastia.

Anni durante i quali il Faraone Teti era venerato come una divinità e molti cittadini vollero farsi seppellire intorno alla sua piramide.

Insomma, sembra che anche il 2021 ci potrà riservare delle meravigliose sorprese dalle sabbie di Saqqara.

Altre immagini dei reperti


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Fonti

Elena Cappannella

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